“Decreto 80: con i tagli rischi per la salute”
“Il decreto 80 con i tagli alla sanità ha prodotto soltanto effetti negativi”. Lo ha dichiarato Ivano Peduzzi, capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, in visita il 30 settembre all’ospedale Andosilla di Civita Castellana. L’esponente dell’opposizione ha lamentato lo smantellamento del reparto di ostetricia, un tempo considerato di eccellenza, e della rianimazione “drasticamente ridimensionata”. “Di fatto – prosegue Peduzzi – dobbiamo riscontrare che questa operazione di tagli è fallimentare anche sul piano economico perché non ha comportato un reale recupero di costi”.
Secondo il capogruppo Fds sono in difficoltà, causa mancanza di personale bloccato dal turn-over, anche i reparti che dovevano essere potenziati come ortopedia e pneumologia nonché il pronto soccorso, “ormai al collasso per la carenza di personale medico e infermieristico per complessive 40 unità”. E le criticità non si arrestano secondo il consigliere: 20 posti letto di medicina non sono utilizzabili, l’ambulanza del 118 ha un solo infermiere a bordo e neanche un medico, un funzionale reparto di fisioterapia è stato smantellato e permangono situazioni strutturali critiche con lavori fermi da tempo e spazi del nosocomio inutilizzati. E’ emersa infine la necessità di un coordinamento dei servizi socio sanitari tra l’ospedale e il territorio. “Ciò che abbiamo riscontrato – chiosa Peduzzi – è la totale assenza di progetti”.
“Altro che nuova ed efficiente sanità: siamo di fronte ai soliti tagli che mettono a rischio il diritto alla salute dei cittadini”. Da Civita Castellana a Bracciano, non si ferma la mobilitazione dei cittadini, riuniti in comitati in difesa dei propri ospedali. Al “Padre Pio” è stata indetta il 1° ottobre una mobilitazione per sensibilizzare la popolazione, nell’imminenza del pronunciamento del TAR. Si tratta dell’esame di merito relativo al ricorso presentato dal Comune contro il decreto 80 che ne prevede la chiusura. A maggio il Tribunale regionale ha sancito solo una sospensiva degli effetti del provvedimento, evitando di fatto la chiusura del “Padre Pio” e rimandando al 9 novembre la decisione finale sul futuro dell’ospedale braccianese. Intanto 278 medici si sono autodenunciati per “interruzione di pubblico servizio per cause indipendenti dalla propria volontà”. Duro atto di accusa contro il lento, inesorabile declino in cui, secondo i sanitari, Regione e direzione della Asl lascerebbero la struttura, favorendone lo smantellamento.
“Quel decreto 80 è tutto da rivedere”
La pronuncia del Consiglio di Stato sul pronto soccorso di Frascati
“Bracciano, Frascati, Anagni: ormai sono troppe le decisioni dei tribunali che decretano la sconfitta della politica sanitaria della Regione”. Vanno giù duri i rappresentanti dell’opposizione che incassano un altro successo – dopo la sospensiva del Tar del Lazio del 6 luglio scorso – con la conferma del Consiglio di Stato che decreta che il Pronto soccorso resta a Frascati. Nella seduta del 30 settembre, la Terza sezione della magistratura amministrativa, con l’Ordinanza n. 4286/2011 ha respinto l’appello promosso dal Comune di Marino contro la sospensiva resa dal Tar del Lazio. “Esprimo grande soddisfazione per questa importante decisione del Consiglio di Stato, che conferma la centralità strategica del Pronto Soccorso di Frascati”, ha dichiarato il sindaco Stefano Di Tommaso. “Sono sicuro che adesso la presidente Polverini alla luce di questa decisione rivedrà il Decreto 80 per la parte che ci riguarda e opererà per lo sviluppo dell’ospedale San Sebastiano nel suo complesso, considerato l’importante ruolo che svolge per il territorio tuscolano e per l’area di Roma sud”. Da più parti era stata contestata l’idea di trasferire di qualche chilometro un intero reparto ospedaliero che avrebbe costretto i pazienti ad emigrare verso strutture confinanti: Policlinico di Tor Vergata e Casilino, già duramente provate da un numero considerevole di accessi”.