Pronto soccorso: “Inaccettabile triage anagrafico”

Trentotto pagine ricche di dati, grafici, analisi dell’esistente e suggerimenti per la riorganizzazione del pronto soccorso. La relazione di Claudio Modini, direttore del reparto attualmente sospeso, si dilunga con dovizia di particolari e considerazioni sul problema del sovraffollamento (overcrowding) e lo stazionamento in barella (boarding) di pazienti nell’area dell’emergenza. Propone soluzioni e correttivi, molti dei quali a costo zero e, nell’articolata premessa, puntando sul problema quale priorità segnalata in primis dal Magnifico Rettore, auspica il superamento di abitudini di lavoro e metodologie consolidate per arrivare a un “ottimizzazione e condivisione di tanto gravoso impegno”. Se la sanità, in generale, è un sistema complesso coacervo di numerosi interessi, il Policlinico Umberto I lo è all’ennesima potenza così, il professore, fa un esame di lungo corso al sistema indicandone i principali punti di frattura: il sovraffollamento della cosiddetta “piazzetta”, area di stazionamento delle barelle con paziente in attesa, l’appropriatezza dei ricoveri, l’organico dei dirigenti medici insufficiente e la necessità di stabilizzazione dei precari. I numeri, in termini di ore di attesa sono impietosi ma il dato più forte riguarda i pazienti anziani, tanto da far parlare il direttore di “incivile triage anagrafico, eticamente inaccettabile”. Se il ricovero nei reparti è difficile, causa carenza posti letto e organizzazione ospedaliera, maggiormente la degenza in ospedale si rivela problematica per quei pazienti avanti con l’età, sofferenti per polipatologie (affezioni serie di più organi contemporaneamente, ndr), che molto spesso è difficile dimettere nei tempi stabiliti dalle cosiddette linee guida perché spesso soli, incapaci di badare a se stessi, quando non privi di dimora stanziale. Un destino di attese e rifiuti segnato, una scelta difficile per il medico di turno: soccorrere il giovane politraumatizzato grave immediatamente o dedicarsi ai numerosi acciacchi dell’anziano? Per Modini la parola chiave è “razionalizzazione ad isorisorse”, considerate le restrizioni dettate dal piano di rientro dal deficit del Lazio. Propone, per garantire un’assistenza ordinata, pulita e decorosa, l’istituzione di letti tecnici di osservazione breve (O.B.I. ed Holding Area), che necessiterebbero almeno di cinque infermieri, un caposala, due dirigenti medici alla data della lettera non reperiti. Sebbene la direzione generale, in una riunione d’urgenza “abbia considerato positivamente la proposta”, siamo arrivati ai dolorosi eventi denunciati in cronaca: una paziente con Alzheimer legata alla barella e un clamore mediatico senza precedenti. Troppe, come si evince dalla relazione, le mediazioni da affrontare, a partire dal Collegio di direzione per arrivare all’organico decimato da pensionamenti e “fisiologica trasmigrazione”, passando per le direzioni delle varie cliniche già alle prese con razionalizzazioni difficili da digerire. Infine, nel corposo documento Claudio Modini si improvvisa tecnico e architetto, individuando idonei locali, attualmente inutilizzati o addirittura degradati, da far occupare ai pazienti in boarding. Forse, potrà riparlarne al rientro dai 90 giorni di sospensione.

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