Adhd, conoscerlo per affrontarlo
Il deficit di attenzione/iperattività, conosciuto con l’acronimo Adhd, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Dell’Adhd si è parlato nell’evento formativo organizzato dalla Asl Roma F il 21 ottobre scorso a Formello. Tema dell’incontro: “Adhd nel giovani adulti: aspetti diagnostico-terapeutici e prospettive nell’inclusione sociale e lavorativa”. L’evento, organizzato dalla Asl in collaborazione con l’Aifa – Associazione italiana famiglie con Adhd – ha visto coinvolti circa cento partecipanti e un programma ricco di interventi da parte di esperti provenienti dalle Università Luiss, Lumsa e Tor Vergata di Roma. Una sindrome che è poco conosciuta sia in termini diagnostici che operativi, con una importante riduzione della prevalenza in età adulta a seguito di una parziale remissione della patologia, ma soprattutto per la scarsa classificazione dei soggetti o la loro inclusione in altri disturbi assimilabili. Il riferimento è al disturbo bipolare, ai disturbi d’ansia, al disturbo ossessivo compulsivo, ai disturbi del comportamento orientati alla psicopatia: stante la difficoltà a porre la diagnosi, diventa ancora più difficile precisare le attività operative di cura e di supporto necessarie per una evoluzione positiva dell’Adhd. Con tale evento formativo, a detta degli esperti, si è cercato di dare conoscenza, esperienza e condivisione di pratiche sulla diagnosi. Si tratta di una questione centrale nella cura del paziente e dell’evoluzione della storia naturale della malattia. È solo a partire da una diagnosi ben fatta e restituita che è possibile avviare un percorso di cure efficaci. Nel disturbo da deficit di attenzione, come per altre disabilità è opportuno procedere a diagnosi differenziate che possano orientare i clinici, i pedagogisti e le famiglie verso alcuni aspetti specifici di difficoltà del singolo caso. Il convegno ha cercato di fornire conoscenze relative ai percorsi formativi. È frequente infatti che le persone affette siano a volte esposte a insuccessi nei progetti di inclusione lavorativa, passaggio fondamentale per l’integrazione sociale e interpersonale. Da rilevare inoltre, la particolare attenzione necessaria all’organizzazione dei trattamenti farmacologici e psicoterapeutici nei servizi pubblici, problema che prima o poi, le istituzioni si troveranno a dover affrontare e risolvere.