“Adottiamo la carta qualità in chirurgia e medicina interna”

“Le aziende ospedaliere adottino la Carta della qualità in chirurgia e in medicina interna”. La proposta del Tribunale del Malato-Cittadinanzattiva, punta a uno strumento “scritto a quattro mani, insieme a rappresentanti delle società scientifiche dei chirurghi e dei medici internisti per migliorare sicurezza e qualità delle cure”.

Lanciata durante il convegno “Rapporto sulla sanità del Lazio” dello scorso 6 aprile, l’idea di una carta delle certezze in medicina si affianca a una critica generalizzata della situazione sanitaria regionale. Attese improponibili, visite erogate senza prenotazione, difficoltà nell’accesso alle prestazioni, errori sanitari e sensazione che si pratichino favoritismi.

Questa è l’istantanea che deriva dall’accurata analisi dell’associazione di tutela dei cittadini. Soprattutto, l’attenzione si è concentrata sul funzionamento del Recup, il servizio telefonico di prenotazione regionale che si attiva chiamando il numero 803333 che, “Nonostante l’ottimo lavoro svolto – riconosce il segretario Giuseppe Scaramuzza – non è mai riuscito a decollare perché non tutte le aziende sanitarie afferiscono al servizio, impedendo di fatto ai cittadini di prenotare presso molti ambulatori del territorio”.

Sul banco degli imputati anche la mancanza di informazione e comunicazione, paradossale se si pensa che ogni struttura ha in organico uffici per le relazioni con il pubblico e la comunicazione al cittadino.

“Siamo di fronte ad una domanda drogata rispetto all’offerta – ha spiegato Pierluigi Bartoletti, segretario regionale Fimmg, Federazione italiana medici di famiglia – è necessaria una migliore programmazione che aiuterebbe a risolvere il problema delle liste d’attesa”. Secondo il vice segretario Francesca Diamanti, “proprio i medici di medicina generale dovrebbero diventare il fulcro dell’assistenza sanitaria – contribuendo a migliorare l’umanizzazione delle cure e la facilità di accesso alle prestazioni”. Proposte ulteriori per migliorare sarebbero l’inserimento dei centri privati e accreditati nel Recup, la gestione unica dell’anagrafe dei cittadini, l’integrazione territorio-ospedale e quella socio-sanitaria, l’assistenza domiciliare e il rafforzamento del ruolo di programmazione della Regione Lazio.

Codici: nel Lazio situazione grave

Proposta di legge regionale per i diritti del malato. E’ l’idea lanciata dal Co.di.Ci (Comitato diritti del cittadino), che individua nel Lazio “una delle regioni italiane in cui la situazione sanitaria e’ di assoluta gravità”. E segnala alcuni dei punti critici: “Difficoltà del servizio di emergenza Ares 118. “Secondo la Cgil Lazio”, afferma una nota dell’associazione, “il parco macchine della regione sarebbe inferiore di 39 ambulanze rispetto a gli standard previsti dalla normativa. Per non parlare dell’errore medico”.

Secondo i dati del “Rapporto della commissione d’inchiesta sulla sanita”, tra la fine di aprile del 2009 e il 25 gennaio del 2011, si sono verificati diciannove presunti errori sanitari e altri tredici casi di malasanità. Dei 19 presunti errori, su cui sono in corso accertamenti da parte della magistratura, 11 hanno portato alla morte del paziente. Infezioni ospedaliere e ‘sviste’ sanitarie causate da negligenza degli operatori”. “Per non parlare” continua la nota del Codici “dei tempi d’attesa fuori controllo”. “Le cause del disservizio – spiegano dall’associazione – possono dipendere anche dall’eccessiva attività professionale intramoenia (visite ed esami a pagamento negli ospedali pubblici n.d.r.) e poi c’è un’assoluta mancanza di verifiche dei risultati conseguiti da Asl e ospedali”.

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