Agenzia Ue al Forlanini. La “gemella” è a Bergamo
Riconversione del Forlanini a servizi sanitari: sono più o meno 120 mila i cittadini che di recente si sono espressi in tal senso con una petizione online. Un pronunciamento del tutto ignorato dai vertici della Regione Lazio, accolto tra sberleffi e giudizi taglienti come “idea strampalata”. Evidentemente la volontà popolare nel nostro Paese conta meno di zero. E’ piovuta dal cielo il 17 settembre, la proposta del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di riconvertire l’ospedale a sede dell’Agenzia europea per la ricerca biomedica su indicazione della presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. E fu subito consenso, per acclamazione. In un coro unanime di politici, manager del farmaco, industriali, tutti plaudono all’idea. Con alcuni distinguo, tra cui quello di Virginia Raggi, sindaco di Roma che, pur approvando la possibile destinazione, ha rimarcato la necessità di realizzare subito, all’interno dell’ospedale chiuso dalla Regione Lazio il 30 giugno 2015, i servizi sanitari richiesti più volte dai cittadini di cui la collettività ha estremo bisogno. La stessa cauta accoglienza si è avuta dalla Cgil di Roma e del Lazio, da tempo impegnata sulla tematica della riconversione della struttura in Rsa. “Se questa proposta non è un annuncio – è scritto in una nota – può essere seriamente l’inizio di una discussione sul futuro del plesso, condivisa con parti sociali e cittadini”. Già, quel coinvolgimento dei cittadini che in regione risulta azzerato. Al contrario di ciò che accade in quella Europa cui l’amministrazione regionale guarda con favore, che ha emanato una direttiva – recepita nell’articolo 13 comma 9 delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore di Roma – che prevede il coinvolgimento della collettività nelle scelte urbanistiche. E la destinazione urbanistica dell’ospedale dismesso rientrerebbe in pieno in tale casistica. Se, come proclamato da tempo, i vertici regionali avessero realmente coinvolto i numerosi comitati sorti in difesa del nosocomio, forse non avremmo assistito alle numerose esternazioni di Zingaretti che, ciclicamente, lancia faraoniche idee cui raramente seguono fatti. E ora, in clima pre-elettorale, viene fuori un’agenzia che non ha nulla di definito. Anzi no. In realtà una Fondazione europea per la ricerca biomedica esiste da anni e ha sede in provincia di Bergamo. Riceve finanziamenti Ue e i suoi esponenti il 20 gennaio 2017 in un convegno a Strasburgo hanno illustrato al Parlamento europeo la propria attività. Le cose sono due: o i politici europei hanno la memoria corta, o qualcuno non la racconta giusta.