Aggressioni ai sanitari: nel docufilm “Notturno” le esperienze agghiaccianti di medici e infermieri
Guardia medica di notte, lo sfondo più appropriato per raccontare scene di lavoro e di terrore, di violenza e di coraggio. Inizia così il docufilm “Notturno”, diretto da Carolina Boco, voluto dalla Federazione degli Ordini dei Medici Fnomceo e realizzato in collaborazione con Draka Production, per sensibilizzare la collettività su quanto sta avvenendo ormai da anni negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutta Italia con minacce e aggressioni nei confronti degli operatori. Presentazione ufficiale il 5 febbraio in una sede istituzionale, la Camera dei Deputati, da cui si attende la definitiva approvazione del disegno di legge voluto dal ministro della Salute Giulia Grillo nel precedente governo gialloverde e votato all’unanimità al Senato nel mese di settembre. Un testo snello, che prevede la creazione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e inasprisce le pene nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli stessi nell’esercizio delle loro funzioni. Un articolato che però sta incontrando mille ostacoli da parte dei ministeri dell’Interno e della Difesa, che non sembrano in grado di fare concessioni per l’utilizzo del personale militare adibito all’operazione “Strade sicure” e per la riattivazione dei posti di polizia all’interno degli ospedali, soppressi da anni. Partecipanti d’eccezione al docufilm Maria Grazia Cucinotta e i giornalisti Massimo Giletti e Gerardo D’Amico, che, con le loro inchieste hanno spesso raccontato le aggressioni e analizzato le cause di questa preoccupante escalation che fa luce su una profonda frattura tra la professione medica e la società civile. Al centro del progetto, le voci di medici che hanno subito violenza durante il turno di lavoro e l’agghiacciante testimonianza di Vito Calabrese, marito di una psichiatra uccisa da un suo paziente. Interesse del ministro della Salute Roberto Speranza è migliorare il disegno di legge – attualmente all’esame delle commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera – affinché il “provvedimento sia efficace e realmente preventivo”.