Alzheimer: legge regionale per la “rete” di servizi

Sostenere concretamente familiari e associazioni che assistono i malati di Alzheimer. Con questo intento, la presidente della commissione Sanità della Regione Lazio Alessandra Mandarelli, presenterà la proposta di legge n. 35 in favore dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer e altre forme di demenza il prossimo 10 novembre nel parlamentino della Pisana. Concepito per fornire linee guida di carattere generale, in realtà il disegno di legge – che si avvale della competenza di ricercatori, clinici ed esperti della malattia – detta regole per la costituzione di una rete di servizi ben distribuita sul territorio. Sarà l’istituenda commissione ad hoc regionale a uniformare i percorsi diagnostici e definire i requisiti strutturali e organizzativi dei centri di assistenza, che saranno potenziati e ristrutturati mentre i reparti di degenza dovrebbero vedere un ampliamento e la dotazione di strumenti assistenziali all’avanguardia. E’ previsto un registro per gli assistenti familiari mentre le famiglie dovrebbero godere di contributi regionali per l’assistenza domiciliare. Si pensa inoltre a sgravi fiscali per le imprese che favoriscono il telelavoro dei dipendenti che assistono i congiunti malati, a corsi informativi per le famiglie e di formazione per il personale socio-sanitario. L’articolazione dei servizi spazia da centri specializzati per le demenze all’interno delle Asl, a poli specialistici di Università e Istituti di ricerca, passando per i centri diurni e case del sollievo presenti sui territori. Non sono esclusi dalla proposta di legge i reparti di degenza extraospedalieri e i nuclei di Alzheimer all’interno delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Particolare attenzione la legge prevede per la cura dei malati a domicilio attraverso il sostegno alle famiglie e alle associazioni di volontariato attraverso la concessione di contributi finalizzati. Il finanziamento per l’applicazione della legge, dovrebbe derivare dal reperimento di risorse anche in ambito europeo, compatibilmente con il piano di rientro sanitario.

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