Sanità pubblica al collasso, servizi decimati, di difficile accesso, risposte che non soddisfano i bisogni dei cittadini, specie di quelli più svantaggiati. Così, nel massimo spirito di solidarietà  e la più totale consapevolezza dei propri diritti, i residenti delle periferie più difficili si organizzano e propongono un nuovo modello di offerta di salute: gli ambulatori popolari. Dopo quello di Roma Est, in cui gli abitanti di Centocelle, Quarticciolo, Villa Gordiani si sono uniti grazie all’aiuto di medici e infermieri volontari e le similari esperienze dell’odontoiatria sociale a Casal de’ Pazzi e dell’oculistica a Corviale, arriva Bastogi, il complesso di palazzi in zona Torrevecchia dove don Antonio Granio, ha messo a disposizione i locali della parrocchia di Santa Maria della Preservazione, in via Arnaldo Canepa 20, destinandoli all’ambulatorio. Una struttura che, grazie al contributo della Fondazione Charlemagne aprirà i battenti, dopo la presentazione del 5 novembre, garantendo prestazioni di medicina generale, controlli cardiologici e assistenza psicologica. Il servizio, gratuito e con caratteristiche di universalità, nello spirito originario della legge di Riforma sanitaria 833 del 1978, è una alternativa alle lunghe attese in pronto soccorso e viene a supplire ai ritardi di una sanità pubblica che, negli ultimi decenni ha fortemente penalizzato il territorio. Il progetto prende vita un anno fa, inizialmente come sportello sociosanitario, per trasformarsi poi in servizio assistenziale di base, aperto a tutti i residenti e svincolato dalle trafile burocratiche che affliggono le Asl. Un modello di sanità basato sullaccessibilità a tutti, senza distinzione alcuna, sulla gratuità, sul radicamento nel territorio: la salute garantita in base alle esigenze di ciascuno e nell’interesse della comunità, sottolineano i promotori dell’iniziativa, che come i loro predecessori in altri quartieri difficili, confidano nella autorganizzazione per supplire a ciò che le istituzioni stentano a concedere.

 

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