Sanità: la levata di scudi è generale, su un tema che è in cima agli interessi della collettività. Voci mai udite in precedenza – sebbene di tagli e/o definanziamenti si parla da almeno un decennio – si uniscono in una protesta generale. Tra queste, quella del potente sindacato dei medici ospedalieri Anaao che paventa un futuro drammatico per le strutture sanitarie. “Senza investimenti adeguati, gli ospedali si svuoteranno di medici e dirigenti sanitari”, è l’allarme ricorrente, rivolto al paventato taglio di due miliardi annunciato nella Nadef, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, che precede la legge di bilancio 2024 con indicazioni programmatorie. Si pensa che l’aumento della spesa sanitaria di 4.238 milioni di euro nel triennio 2024-2026 non sia sufficiente a coprire l’aumento dei prezzi nel settore sanitario. I medici, riprendendo una delle ultime dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sottolineano l’importanza della sanità quale “Patrimonio da difendere e adeguare” mentre nel settore si torna a parlare di tagli lineari. “La stima del taglio di 2 miliardi previsto per il 2024 – commenta il segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio – appare un chiaro segnale: le richieste avanzate dal ministro della Salute, pressanti e continue, sembra non abbiano scalfito la volontà del Governo”. Non si ha la certezza che le stime siano confermate nella prossima legge di bilancio attesa entro il mese di ottobre ma le dichiarazioni di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, non lasciano ben sperare. “Se non saranno previsti adeguati investimenti, i medici e i dirigenti sanitari se ne andranno – è il monito del segretario -continueremo a lasciare gli ospedali come sta già peraltro accadendo, perché non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni, con un futuro sempre più incerto”. Sembra che neanche il contratto dei sanitari siglato da pochi giorni, con un aumento medio lordo di circa 300 euro al mese, serva a svelenire il clima. Anaao Assomed più che risorse personali chiede investimenti sulle strutture e nuovi modelli organizzativi e paventa un assalto del privato, che si presenta sempre più come realtà. “Il nostro dovere è quello di denunciare e cercare soluzioni che salvaguardino non solo le colleghe e i colleghi ma anche il sistema sanitario nazionale pubblico e universale”, sentenzia ancora Di Silverio, che non vede, da parte dell’esecutivo alcuna volontà di rilancio del settore. (Agr) Nella tabella: i tagli o definanziamenti dal 2011 al 2019 Fonte: Fondazione Gimbe

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