Anagni, 27 mln dal Mise per la farmaceutica
Distretto industriale di Frosinone: un investimento svanisce, un altro arriva. Una legge di compensazione, realizzata grazie all’intervento del ministero dello Sviluppo economico (Mise) di Giancarlo Giorgetti, che con un accordo finalizzato a favore dello stabilimento farmaceutico Sanofi di Anagni, consentirà di preservare i livelli occupazionali e garantire nuove risorse al settore. Un traino importante per l’economia locale del Lazio meridionale quello della farmaceutica, che potrà fruire di 27 milioni, stralciati da un piano nazionale che ammonta complessivamente a 204 milioni di euro. Lo stabilimento della società francese, grazie a questo nuovo piano sarà in grado di attivare processi produttivi altamente tecnologici per realizzare farmaci di nuova concezione. Plaude all’iniziativa il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, che in un comunicato esprime, con amara ironia “mentre la Lega con Giorgetti finanzia Sanofi, il Pd fa scappare Catalent”. Il riferimento è alla polemica esplosa alcuni giorni fa, relativa alla fuga di questa azienda, che dopo aver atteso invano per anni le autorizzazioni ambientali, ha mollato il polo chimico del frusinate per investire altrove 100 milioni di dollari. La risposta politica a tale decisione è stata immediata, con l’incoraggiamento ad altre aziende perché, secondo il consigliere, “la Lega al governo è il partito delle risposte concrete” e raccomanda al Pd di “prendere esempio”, considerato quello che, ad avviso dell’esponente leghista sarebbe “il blocco degli investimenti frutto della inerzia e delle complicazioni burocratiche della Regione amministrata da Nicola Zingaretti”, che avrebbe prodotto “un bilancio pessimo, al contrario della Lega al governo, sinonimo di operosità e concretezza”. Realizzare l’autonomia industriale nel settore della salute è uno dei pilastri della strategia portata avanti dal Mise, come ha annunciato il ministro Giorgetti, intenzionato a rafforzare strumenti come i contratti di sviluppo, al fine di “definire una strategia comune europea”. E ora la parola passa agli enti locali, che dovranno garantire nel più breve tempo possibile la linearità e tempestività nelle procedure di autorizzazione.