Anoressia e bulimia, audizione in commissione sanità

Anoressia e bulimia: patologie divenute vera e propria emergenza dell’ultimo ventennio. Sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo con effetti devastanti sulla salute e sulla vita di chi ne è affetto, in genere adolescenti e giovani adulti.
Richiedono un approccio multidisciplinare tendente ad affrontare sia l’alterato rapporto con il cibo sia la natura psichica del disturbo, con terapie mirate a modificare i comportamenti e le attitudini, ad adottare soluzioni di gestione dei propri stress emotivi che non siano dannose per la propria salute e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare. Nella regione Lazio sono attivi ambulatori e centri di eccellenza  in Asl e ospedali ma è del tutto assente il livello residenziale ovvero, il soggetto anoressico o bulimico in condizioni gravi – e la patologia spesso le determina – è costretto a ricoverarsi in reparti psichiatrici oppure in medicina generale o specialistica, divisioni del tutto inadeguate all’approccio multidisciplinare richiesto in questi casi. In molti casi ci si rivolge a strutture convenzionate extra regionali, con notevole impiego di risorse per le casse asfittiche del Lazio.

Il problema è stato affrontato dalla commissione Sanità della Pisana il 5 aprile scorso, con l’audizione della associazione di genitori di giovani con disturbi alimentari Fenice Onlus che vivono tale dramma e hanno esposto criticità e problemi.
“Nel Lazio e nel centro-sud non esiste un registro per tali patologie – ha esordito il dottor Armando Cotugno, psicologo responsabile del centro Anoressia e Bulimia della Asl Roma E – non siamo perciò in possesso di dati precisi ma l’incidenza è alta così come lo sono le criticità per la cura e la riabilitazione dei soggetti colpiti”. “Quello del Santa Maria della pietà – ha precisato Rita De Laurentiis, presidente di Fenice Onlus – è un centro già attivo, punto di eccellenza per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare, che attende soltanto di essere ampliato per poter ospitare eventuali degenze dei giovani pazienti”.

La commissione ha preso atto delle istanze e ha disposto l’invio di una lettera ai direttori generali delle Asl del Lazio, affinché nei piani aziendali siano previsti centri per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. Si è pensato inoltre di poter interessare al progetto gli ospedali e i servizi dismessi e destinati alla riconversione, coinvolgendo, a tal fine, il gruppo di lavoro costituito ad hoc.

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