Aodi: Condividiamo a pieno l’appello degli scienziati italiani. Occorre investire maggiormente nel patrimonio di medici e infermieri che l’Italia ha a disposizione per arginare la loro fuga, compresi i professionisti italiani di origine straniera che, non smetteremo mai di dirlo, rappresentano una straordinaria risorsa. Entro 5 anni i Paesi del Golfo domineranno la scena della sanità mondiale con il 10% di Pil e potrebbero portarci via tutti i nostri professionisti sanitari. «Le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera da Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore della Sanità, circa la mancata valorizzazione dei medici e degli altri professionisti sanitari, nel nostro Paese, rappresenta un allarme che ci colpisce nel profondo e tocca e da vicino tutto il nostro impegno e i nostri appelli, che da tempo vanno avanti con la politica di casa nostra. Come Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, e come Umem, Unione Medica Euromediterranea, con tutte le associazioni che sono sotto la guida del Movimento Uniti per Unire, non ci siamo mai fermati e per questo condividiamo a pieno a livello internazionale l’appello di Locatelli e dei premi Nobel che sottolineano come la sanità italiana, per uscire dal tunnel della crisi, non può continuare a ignorare il patrimonio di competenze professionali a propria disposizione. Dobbiamo renderci conto che da qui a 5 anni i Paesi del Golfo domineranno la scena della sanità mondiale, con la loro organizzazione, con il loro investimento nella sanità che tocca il 10% del Pil rispetto al nostro che scende addirittura sotto il 7%. Già ora Emirati Arabi Uniti,Arabia Saudita, Kuwait, Barhain e Qatar attirano professionisti da tutta Europa, i migliori, con stipendi faraonici, con alloggi e bollette pagate, con viaggi aerei gratuiti, con percorsi di integrazione culturale per le famiglie dei medici che decidono di lasciare l’Italia. Abbiamo il dovere di impedire questo esodo: più di 7500 professionisti della sanità dall’inizio del 2023 ad oggi si sono rivolti all’Amsi per lasciare l’Italia: ma noi siamo quelli che sostengono una emigrazione di professionisti sanitari sana ed equilibrata e, seppur consapevoli che è giusto per un medico accettare offerte di lavoro più gratificanti che cambiano le sue prospettive di vita, non possiamo svuotare gli ospedali italiani, e quindi dobbiamo creare le condizioni per arginare questa fuga e per riportare a casa questi nostri professionisti. Stipendi più congrui, valorizzazione contrattuale, facilitazione di accesso ai concorsi per i medici e per gli infermieri di origine straniera senza obbligo di cittadinanza, snellimento della burocrazia, eliminazione delle discriminazioni nei confronti dei professionisti di origine straniera, aumentate del 35% dal 2000, e battaglia aperta contro la medicina difensiva: solo così, come dice Locatelli, si potrà avere un indispensabile ricambio generazionale di medici nei reparti di emergenza urgenza che sono quelli oggi più sguarniti di competenze e di uomini e donne della sanità. Senza di loro non può esserci un futuro sereno per la tutela della salute di una popolazione italiana che viaggia veloce l’invecchiamento». Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza, diritti umani e divulga la verità in tutti i paesi per quanto riguarda il rischio e il pericolo dell’immigrazione irregolare. (Nella foto: Alberto Mantovani, firmatario appello per la sanità pubblica, direttore scientifico Istituto clinico Humanitas, policlinico privato ad alta specializzazione e presidente della Fondazione Humanitas per la ricerca)

 

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