Aprono le case “pilastri della salute”
Casa della salute, ambulatori a tempo pieno, ospedali dismessi. La sanità ‘Modello Lazio’ va prendendo corpo e ha come elemento di forza il territorio. Dopo le analoghe strutture aperte nella provincia – Sezze, Pontecorvo, Rocca di Papa – quella del quartiere Trionfale, in piazzale degli Eroi è la prima attivata a Roma e dovrebbe facilitare il percorso delle altre da collocare in ogni distretto sanitario delle Asl, quindi altre 19 tra la Capitale, Ostia e Fiumicino. Lontane dal traguardo delle 48 programmate ma in Regione c’è ottimismo, considerando che hanno preso il via anche 5 ambulatori aperti full-time nei festivi e prefestivi, dalle 10 alle 19, gestiti dai 200 medici di medicina generale che hanno aderito all’iniziativa e si alterneranno a rotazione, fermo restando il servizio di continuità assistenziale, la guardia medica, che resterà inalterato.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente Zingaretti che ha dichiarato: “Nel Lazio sta nascendo una nuova rete sociosanitaria territoriale di cure primarie e di continuità assistenziale. Un sistema che prima non c’era, dove i cittadini possono incontrare una nuova offerta di servizi, più accessibili e meglio organizzati”. Il Lazio sta quindi colmando il gap rispetto alle altre regioni italiane ma l’avvio di tali strutture non ha certo la strada in discesa, è un progetto in divenire. In realtà le case della salute vengono da lontano. Furono presentate alla collettività nel 2007, in un convegno organizzato dalla Uil pensionati, dall’allora ministro alla Salute Livia Turco, che così le definiva: “Una struttura polivalente in grado di erogare materialmente l’insieme delle cure primarie, di garantire la continuità assistenziale e le attività di prevenzione”. La stessa Turco le definiva “il secondo pilastro del nostro Sistema sanitario nazionale, che affiancherà la rete ospedaliera per una sanità sempre più vicina al cittadino”. All’epoca furono stanziati 10 milioni di euro per la sperimentazione; ne era prevista una ogni 5-10 mila abitanti, ospitata in strutture sanitarie o amministrative in disuso. Nella Capitale edifici vuoti o sottoutilizzati non mancano: San Giacomo, Regina Elena e Forlanini, ospedali chiusi o in via di dismissione. Le risorse stanziate ammontano a circa 20 milioni: 16 dei quali per realizzare le case in edifici preesistenti, 4 milioni e 400 mila euro per case ex novo.