Arriva il Gemelli e il Fatebenefratelli diventa “eccellenza”
Salvataggio dell’antico nosocomio da parte della società “Gemelli Isola” con 56 mln di investimenti
Dell’antico e glorioso nome non resterà traccia: addio mito di Esculapio, dio della medicina. Un Gemelli in fase di crescente espansione assorbe il romano Fatebenefratelli che diventa “Gemelli Isola”, con importanti piani di sviluppo e l’ormai inflazionata connotazione di polo d’eccellenza, non solo cittadina ma anche nazionale. Alla guida di tale processo innovativo un pool da tempo impegnato a salvare il nosocomio al centro di Roma da una irreversibile crisi: la società Gemelli Isola, la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e la Società Isola Tiberina. Illustrato il 19 ottobre dal presidente della stessa società Paolo Nusiner e dall’amministratore delegato Daniele Piacentini, il progetto del nuovo polo è incentrato sulla creazione di centri specialistici così individuati: malattie gastrointestinali, donna e bambino nascente, oncologia radioterapica, patologie della vista, ortopedia e cardiologia. Il punto forte e innovativo riguarda però la ricerca scientifica e la formazione, in cui l’Università Cattolica avrà un ruolo di primo piano. Così come una veste importante sarà affidata alla cosiddetta “Onu di Trastevere” ovvero la Comunità di Sant’Egidio il cui apporto sarà dedicato all’assistenza ai migranti e ai profughi di guerra, con un centro appositamente dedicato. Un lungimirante progetto, con un notevole interesse per l’innovazione tecnologica e uno sguardo al territorio, che ha visto il determinante apporto di un Consiglio di amministrazione di Gemelli Isola, con Sergio Alfieri, Marco Elefanti, Mariella Enoc, proiettato alla conquista di un quadrante di Roma privato, nel tempo, dei servizi sanitari pubblici essenziali – si pensi al declassamento del Nuovo Regina Margherita e alla chiusura del San Giacomo – con il vicino San Gallicano, divenuto nel 2007 Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà mantenendo solo funzioni ambulatoriali. Proprio la stessa specialità che ora sarà potenziata nel nascente polo dell’Isola Tiberina. Imponente il piano di investimenti per “tecnologie avanzate” e riqualificazione architettonica. Si tratta di 56 milioni derivanti da fondi provenienti dai soci fondatori della Società Isola Tiberina. Nell’immediato, c’è l’ampliamento del reparto di radioterapia a partire da gennaio 2023 e il potenziamento della endoscopia e la radiologia. Sul mantenimento del ruolo pubblico della struttura, ha fornito rassicurazioni l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato – in zona Cesarini per l’imminenza delle elezioni regionali – sottolineando che la struttura “serve soprattutto una popolazione anziana e femminile”. Una fascia di cittadinanza gravemente penalizzata negli ultimi decenni a causa dei poco oculati tagli per il rientro dal deficit.