Asl Latina, Casati lascia dopo “Canossa”
Dopo cinque anni Giorgio Casati lascia la direzione generale della Asl di Latina. Arrivato a fine mandato, il manager saluta i suoi dipendenti con una lettera, in cui ringrazia tutto il gruppo di collaboratori, sostenendo che proprio la forza del collettivo ha permesso di realizzare numerosi risultati. “Sono stati anni difficili ma colmi di soddisfazione per il lavoro svolto”, esordisce il direttore. “Le cose realizzate, così come quelle su cui non è stato possibile o non ho avuto la forza di lavorare, sono il risultato di un gruppo ampio che include tutti, fino all’ultimo dipendente assunto”. Sui traguardi raggiunti, pesano però le polemiche degli ultimi mesi con alcuni esponenti della Regione Lazio, culminate in un “incidente di percorso del Dg”, nei confronti del presidente della commissione Sanità Giuseppe Simeone in primis, per approdare all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Al centro dello scontro una visita ispettiva del 30 ottobre 2020 presso il Santa Maria Goretti, ospedale di punta del capoluogo pontino, da parte delle forze di opposizione Lega e Forza Italia, che rientra pienamente tra i mandati dei consiglieri. Lo stesso direttore e i sanitari del nosocomio hanno bollato la presenza dei rappresentanti dei cittadini eletti alla Pisana “un’invasione di campo”. In particolare, sono state rigettate le critiche sul sovraffollamento dei reparti di osservazione breve, astanteria e pronto soccorso e il presunto “scollamento tra medicina ospedaliera e territoriale”. Per non parlare della supposta “carenza degli strumenti diagnostici, tamponi in primis, e dei dispositivi di protezione individuale”, che tanto allarme aveva suscitato tra dipendenti e cittadini, tanto da invocare un controllo degli organi preposti. Direttore generale e medici hanno contestato i rilievi avanzati dagli esponenti dell’opposizione – tra cui lo stesso Giuseppe Simeone, Forza Italia, e Orlando Tripodi della Lega – facendo esplodere di lì a poco il caso, culminato con una nota stampa del vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Cangemi in cui si stigmatizzava l’accaduto e si chiedevano le scuse per le pesanti offese rivolte, in una chat personale di direttore e dipendenti, nei confronti del presidente Simeone e del consigliere Tripodi. Scuse arrivate tardivamente, secondo i due, in cui si attribuiva lo scivolone a “una condizione di stress per il troppo lavoro”. Un altro esponente della Lega, Pasquale Ciacciarelli, in tale circostanza avanzò la richiesta di dimissioni del Dg mentre l’assessore D’Amato, da cui ci si aspettava una difesa del manager, ne prese le distanze, parlando di “comportamento inopportuno”. Casati, nonostante i precedenti, sarebbe in attesa di altro incarico, considerata la notevole esperienza maturata in ambito sanitario, con incarichi direzionali presso la Asl di Bologna, numerose consulenze e presenza negli organismi di vigilanza delle aziende sanitarie, master presso prestigiose università e svariate pubblicazioni in materia economico-gestionale.