Asl Rieti, più letti in medicina e chirurgia
Posti letto, in provincia qualcosa si muove. Cede la Regione Lazio e invece di rivolgersi al privato per l’assistenza ai pazienti non Covid, nel territorio di Rieti converte la casa della salute di Magliano Sabina in presidio di degenza ordinaria con 15 posti letto di medicina. Una decisione in controtendenza che era nell’aria da alcuni giorni ed è diventata realtà dal 1° dicembre. Che ci sia un ripensamento sulla politica sanitaria della Regione Lazio? In molti, dopo anni di impietosi tagli, formulano un auspicio in tal senso. Nella Asl di Rieti, come in molte altre aziende delle province del Lazio, il decreto 80 del 2010 aveva fatto tabula rasa di molti presidi e Magliano non era stato risparmiato, con il declassamento dell’ospedale “Marzio Marini” a casa della salute, che prevedeva soltanto degenze gestite da personale infermieristico. Le novità non finiscono qui. Insieme al piccolo reparto di medicina sarà riattivata l’attività chirurgica di bassa complessità insieme agli interventi ambulatoriali. Da parte della direzione aziendale si fa riferimento a una programmazione delle attività partita già da tempo. “Si tratta di prendere in carico pazienti non Covid – dichiarano – in regime di ricovero caratterizzato da più giornate di degenza, a supporto dell’ospedale di Rieti San Camillo de’ Lellis che non ce la fa a reggere il carico, essendo l’unico nosocomio della provincia messo a dura prova dall’emergenza Covid”. A questo risultato hanno contribuito tutte le istituzioni locali, da tempo impegnate a ripristinare quei livelli essenziali di assistenza che i tagli lineari avevano messo in discussione. Soddisfatto il sindaco di Magliano Giulio Falcetta, che rivolge un particolare pensiero agli operatori sanitari: “Questa riconversione significa che ci abbiamo sempre visto giusto e ciò dovrà valere anche per il futuro”. La riapertura del Marini ha avuto un importante sostenitore nell’ex ministro del Pd Giuseppe Fioroni, secondo cui “è importante riconsiderare il ruolo dei piccoli ospedali chiusi negli ultimi anni per una sanità più vicina alla gente”.