Asl Roma 1, si rinnova l’ambulatorio di Primavalle
Asl del Lazio: riprendono, tra mille cautele, le attività istituzionali temporaneamente ridotte o sospese causa Covid, garantendo tutti i requisiti affinché le prestazioni siano offerte nella massima sicurezza. Per la Roma 1, che ingloba un vastissimo territorio che si estende dal centro della Capitale fino alla periferia nord-ovest, questa ripresa è caratterizzata da una positiva notizia: il poliambulatorio di piazza San Zaccaria Papa a Primavalle, si rifà il look, grazie a un finanziamento regionale di 3 milioni e mezzo, proveniente dal “pacchetto legge edilizia sanitaria” la numero 67 del 1988, nella terza fase di attuazione. Con la determina G08399 del 16 luglio, la Regione Lazio autorizza il progetto esecutivo presentato dalla Asl per “L’adeguamento e messa norma, manutenzione straordinaria e ammodernamento tecnologico del poliambulatorio di Piazza San Zaccaria Papa 1″, una struttura con un ampio bacino di utenza – circa 75 mila residenti – che garantisce l’assistenza specialistica ambulatoriale con visite, prestazioni diagnostiche strumentali e di laboratorio, certificazioni, servizi amministrativi di base come la scelta o il cambio del medico di famiglia, le esenzioni dal ticket, le tessere sanitarie, la radiologia, la medicina dello sport e la fisioterapia. Un punto di riferimento in una zona non lontana dal centro e a questo ben collegata ma con numerose problematiche specie sul fronte dei servizi. Il restyling prevede la messa a punto di opere edili e impiantistiche e la dotazione di nuovi arredi e attrezzature. In particolare, si procederà alla messa in sicurezza dell’edificio secondo le più attuali prescrizioni attraverso la realizzazione di una scala e ascensore esterno. Le stesse opere riguarderanno altri servizi territoriali delle aziende sanitarie locali della regione Lazio, che possono finalmente giovarsi della concessione di finanziamenti previsti da tempo e arrivati dopo complessi passaggi burocratici, che hanno visto l’intervento di molti enti e istituzioni, tra cui il Ministero della Salute, la Conferenza Stato-Regioni e il Nucleo di Valutazione regionale a cui è demandata la “validazione tecnica” del progetto, che deve essere “conforme alla programmazione sanitaria”.