Asl Roma 2: servizi inibiti, in attesa di sgombero
Occupati abusivamente il consultorio di via Casilina 711 e un edificio a Castel di Decima
Consultori della Asl Roma 2, ennesima mobilitazione contro lo smantellamento dei servizi. Da tempo, il “Coordinamento donne consultori di Roma e Lazio” aveva lanciato l’allarme, per una riorganizzazione legata ai fondi del Pnrr, che vedeva trasformata la ragione sociale di molte di queste strutture: riduzione delle prestazioni alle sole specialità pediatriche, dimezzamento dell’offerta di ostetricia e ginecologia per lasciar spazio al tema delle adozioni, trasformazione in casa di comunità come “Pnrr decreta”, declassamento a semplice poliambulatorio, con perdita della funzione di ascolto, educazione sanitaria, accoglienza e presa in carico delle assistite. Istituiti con la legge 405 del 1975, perennemente in crisi per carenze logistiche e di dotazione di personale, i consultori dovrebbero soddisfare un bacino di utenza di 20mila abitanti ma nel Lazio di persone assistite ne affluiscono almeno il doppio, con punte di 88mila frequentatori nella Asl Roma 1 per l’atavica carenza di presidi, 54 attivi in luogo degli 80 previsti in tutta Roma. Ora, nel distretto 5 si aggiunge un elemento critico in più: lo storico e strategico consultorio di via Casilina 711, ospitato nel palazzo di architettura razionalista della ex Opera Nazionale Maternità e Infanzia, ristrutturato nel 2019, è occupato da “persone non aventi titolo” e, inspiegabilmente, non si riesce a sgomberare tali soggetti. A nulla sono servite le frequenti sollecitazioni del coordinamento delle donne al Consiglio del V Municipio, che avrebbe dovuto rilasciare il nulla-osta per l’apertura del servizio sanitario. Anzi, una pacifica irruzione nel febbraio 2020 in pieno Consiglio municipale ha prodotto l’effetto contrario: dopo due giorni gli abusivi hanno occupato i locali, compresi quelli dell’attiguo asilo “Zigo Zago”. La pandemia ha fatto il resto, mentre le comode stanze del palazzo ex Onmi venivano adibite ad alloggio di soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti. Una storia che, nella Asl Roma 2 deve essere ben nota. Analoga situazione, si riscontra nel distretto 9 della stessa Asl, precisamente nello stabile ubicato in via Clarice Tartufari 82, a Castel di Decima, che doveva diventare una Rems – residenza sostitutiva degli Ospedali psichiatrici giudiziari chiusi nel 2012 – con 11 posti per donne e tanto di finanziamento regionale, con decreto U00300 del 3 luglio 2013 del commissario Nicola Zingaretti pari a 1 milione e 823mila euro. Si è dovuto riparare con un edificio di Rieti e conseguente lievitazione dei costi, nella Regione con l’Irpef più alta d’Italia. Nella relazione inviata ai tecnici regionali qualche anno fa, la Asl Roma 2 scrive: “L’ Azienda Sanitaria Locale Roma C ha rilevato che i già noti problemi correlati all’occupazione abusiva della struttura destinata alla Rems non possono presentare margini temporali certi di soluzione per la difficoltà di reperire una soluzione locativa alternativa in tempi brevi per gli occupanti” ovvero, il servizio pubblico alza bandiera bianca di fronte a un abusivo che non si è in grado di allontanare. E la dicitura occupato, si legge anche nell’ultima rilevazione “Immobili in locazione e in comodato d’uso” del 2021. Al contrario, è l’abusivo ad allontanare chiunque si palesi davanti al cancello del grazioso e ormai degradato villino, grazie al ghigno del maestoso cane da guardia che si para davanti agli sconosciuti. Ė tutto molto chiaro: nell’azienda sanitaria largo agli abusivi, alla larga i cittadini.