La prevenzione salva la vita e i numeri lo dimostrano. Tra la popolazione che si sottopone a screening periodici, si riscontra una significativa riduzione della percentuale di mortalità per cancro. Risultati che possono essere incentivati se si incrementa il numero di cittadini che rispondono agli inviti periodici che ogni Asl invia ai propri assistiti e le differenze territoriali tra le regioni italiane sono notevoli. Se nel nord Italia è un 70% di utenza a rispondere alla chiamata della propria azienda sanitaria, nel Lazio siamo solo al 40% di chi si reca ai controlli gratuiti garantiti dalla sanità pubblica. Nel sud invece ancora si arranca, con numeri assolutamente insoddisfacenti. La Asl Roma 3, degli screening ha fatto il suo cavallo di battaglia e, attraverso la comunicazione ai cittadini, vuole incentivare la frequenza dei controlli salvavita, che attualmente riguardano il colon-retto, il seno e il collo dell’utero. In tale solco si inserisce l’iniziativa del 5 maggio scorso, un incontro in cui Maria Rita Noviello – dirigente medico oncologo da anni impegnata nel campo della prevenzione – ha illustrato ai rappresentanti delle associazioni territoriali, il valore delle indagini preventive e ha sottolineato come tali esami diagnostici possano bloccare sul nascere l’insorgenza di una patologia che, se non intercettata per tempo, potrebbe avere un esito infausto. In una analitica descrizione di tutte le fasi degli screening, soffermandosi sulle modalità di esecuzione, dal momento dell’accesso alle varie fasi del percorso, la specialista ha evidenziato le peculiarità dei programmi, che si connotano per qualità, sicurezza e attendibilità, considerato anche l’apporto multidisciplinare, con l’intervento di varie figure professionali. Da sottolineare inoltre, l’importanza della presa in carico: la Asl non abbandona gli assistiti, neanche in caso di esito positivo alla presenza di segnali sospetti, a dimostrazione di un esempio di uguaglianza sanitaria che mette i cittadini aderenti ai programmi sullo stesso piano, indipendentemente da status sociale e disponibilità economica. E un’attenzione particolare è riservata a chi dovesse ricorrere ad approfondimenti. Grazie al “Progetto Hermes”, un colloquio in presenza al posto della burocratica telefonata placa, attraverso chiare spiegazioni, comprensibili ansie. Un programma, quello messo in atto dalla Asl Roma 3, che non si è interrotto neanche durante la pandemia – nel rispetto delle norme anticontagio – e che vede nelle numerose giornate “a porte aperte” programmate periodicamente, il momento centrale di coinvolgimento della cittadinanza. Anche quest’anno sarà replicata l’iniziativa “Le rose di maggio”, che si connota come appuntamento periodico con la salute e “Open day” in cui ai cittadini residenti nel territorio della Asl Roma 3, è garantito l’acceso libero e gratuito ai controlli. Per tenersi sempre informati sui programmi di screening, oltre ai numeri verdi aziendali, è possibile consultare il sito della Asl o quello della Regione Lazio. https://www.aslroma3.it/; https://www.salutelazio.it/

 

Commenti Facebook:

Commenti