Asl Roma 4: progetti per 30 milioni di euro dal Pnrr
Continua il tour informativo dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, che sta illustrando nelle Asl e ospedali del Lazio i progetti collegati al Pnrr, realizzabili con i fondi destinati alla Missione 6 salute del Piano Ue. Il 1° aprile è toccato alla Asl Roma 4, a cui afferiscono gli ospedali di Civitavecchia, Bracciano e i presidi del litorale e della zona lacuale. Con 30 milioni di euro, crisi e costi alle stelle permettendo, dovrebbero essere realizzate nei comuni di Tolfa, Allumiere, Santa Marinella, Civitavecchia, Ladispoli e Cerveteri le case di comunità, riconvertendo le attuali strutture e adattandole alle norme previste dal decreto del ministero della Salute numero 71, che rappresenta l’ossatura di questa piccola rivoluzione della sanità. Sarà poi la volta delle centrali operative territoriali (Cot) di Civitavecchia e Cerveteri e degli ospedali di comunità di Santa Marinella e Ladispoli presidi che, nelle intenzioni dei vertici regionali dovrebbero “portare investimenti importanti che trasformeranno la rete dell’assistenza territoriale. I finanziamenti del Pnrr sono una grande opportunità per la sanità regionale”. Secondo l’assessore D’Amato “Si apre una sfida importante che ci permetterà di mettere in campo cospicui investimenti, imprimendo una spinta significativa per ridurre le diseguaglianze e migliorare i livelli di cura attraverso una vera e propria rivoluzione digitale”. Nei piani della Regione Lazio c’è “una sanità in grado di guardare ai bisogni dei territori”. Punto di forza di tale piano, oltre all’assistenza per gli acuti nei due presidi ospedalieri, l’integrazione nella rete assistenziale di specialisti ambulatoriali e dei medici di medicina generale, sogno sempre accarezzato, quest’ultimo, dagli amministratori della salute ma mai effettivamente realizzato. Altro perno del nuovo sistema il forte investimento nelle tecnologie sanitarie e digitali, che dovrebbero consentire un’attività sinergica tra Asl e amministrazioni comunali per realizzare una robusta integrazione sociosanitaria.