Autismo: parte nel Lazio il progetto pilota riservato a “giovani adulti” tra i 17 e i 27 anni, con la creazione di laboratori di lavoro e di comunità atti a inserire i ragazzi in un ambito di vita adeguato alla loro migliore integrazione nella società. L’iniziativa parte da un gruppo di cooperative del Terzo settore – Gnosis capofila, Agricoltura Capodarco, Arcobaleno, Elma, La Castelluccia, Sorriso per Tutti –  in partenariato pubblico con la Regione Lazio e i 21 comuni dei Castelli Romani e del litorale, riuniti nei sei distretti socio-sanitari che fanno capo alla Asl Roma 6, più altri soggetti del mondo associativo e si rivolge a giovani residenti nel territorio sud-occidentale della provincia di Roma, dai Colli Albani al litorale di Anzio e Nettuno. E c’è chi si spinge anche oltre, come il sindaco di Albano Laziale che, con i fondi del Pnrr, ha lanciato il progetto per la realizzazione di un centro diurno indirizzato anche all’assistenza di persone adulte affette da autismo, riconvertendo la sede di una scuola a Cecchina, con consegna dei locali entro marzo 2026. Con l’iniziativa, presentata a fine ottobre ad Albano Laziale, si mette a punto un piano di integrazione sociosanitaria che vede coinvolto un numero consistente di attori istituzionali, che collaborano da molti anni con le famiglie dei ragazzi. Ė quanto emerge dagli interventi dei responsabili del progetto, tra cui Angela D’Agostino, presidente di Gnosis e da Geni Lattanzio, responsabile scientifica. Secondo Bruno Pinkus, responsabile clinico dei piani terapeutico-riabilitativi “L’autismo è stato sempre un po’ emarginato, in una ingiustificabile concorrenza tra disagi”. Per questo l’approccio sarà multidisciplinare, connotato dalla “socializzazione e sensibilizzazione del territorio”. Base con cui affrontare i disagi complessi, considerato che, a parere degli esperti, “il singolo intervento non sarà mai esaustivo”. Il centro, finanziato con fondi regionali, vede la Regione Lazio in primo piano quale centro di coordinamento di tutte le esperienze similari nel territorio attraverso una cabina di regia. In questa sede, che a breve vedrà convocate tutte le realtà attive sul tema, saranno presentati i singoli progetti che al momento, nel Lazio, assommano a quattro centri polivalenti.

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