Asl Roma B: l’odissea degli invalidi
Cateteri, carrozzine, traverse, sacche per stomizzati. Sono i cosiddetti presidi e ausili sanitari che migliorano la vita di pazienti che hanno subito interventi fortemente invalidanti. Dalla loro qualità dipende la qualità della vita di molte persone ma ai vertici della Asl Roma B e della Regione Lazio questo sembra sfuggire. Da qualche tempo l’azienda sanitaria del Tiburtino ha sostituito la precedente ditta fornitrice di tali essenziali supporti ma le cose non sembrano andare per il verso giusto. A lanciare l’allarme sulla scarsa affidabilità del materiale è Claudia Corinna Benedetti, presidente dell’Osservatorio nazionale permanente sulla sicurezza – organismo di analisi, ricerca, studio ed elaborazione di progetti su tematiche sociali – che si dice molto preoccupata per quanto sta accadendo. “Pazienti e loro famigliari – spiega Benedetti – ci hanno informato che alcuni dispositivi e presidi, in particolare sacche da stomia di marche sconosciute, presentano anomalie, in particolare nella composizione della superficie adesiva che deve aderire alla pelle, provocando problemi dermatologici e, nei casi più gravi, ulcerazioni della pelle che portano al ricovero ospedaliero. Questi ausili scadenti – continua – vengono forniti per ridurre i costi ma il diritto alla salute, garantito dalla Costituzione, non può sottostare a dinamiche di riduzione della spesa pubblica”. Sotto accusa la gara al massimo ribasso in piedi da tempo, che la Asl ha sospeso, inspiegabilmente, per un lungo periodo per poi portare avanti a detrimento della qualità della fornitura su cui nessuno interviene, a cominciare dalla direzione aziendale, fino alla presidenza della Regione Lazio, investita invano del problema, passando per i funzionari aziendali sordi a ogni segnalazione. Ritardi insostenibili nelle consegne, materiale diverso da quello prescritto dal medico, cateteri rigidi che provocano sanguinamento, traverse che non assorbono, favorendo processi da decubito e nessuno che faccia, come da prassi in questi casi, una contestazione all’azienda fornitrice. “Abbiamo ricevuto numerose sollecitazioni da parte degli invalidi e delle famiglie – conclude la presidente Benedetti – abbiamo segnalato in ogni sede competente i disagi ma non troviamo alcun punto di riferimento per risolvere la situazione, tanto che stiamo valutando la possibilità di inviare un esposto alla procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità e omissioni”.