Assistenza domiciliare: nel Lazio si cambia ma è polemica tra medici e assessore
Per l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato “è una rivoluzione”, per l’Ordine dei Medici di Roma è una “svolta liberista e uno strumento provvisorio che necessita di immediati correttivi”. Il decreto regionale 525 del 30 dicembre 2019 “Percorso di riorganizzazione e riqualificazione delle cure domiciliari (ADI). Regolamentazione periodo transitorio” firmato dal presidente Nicola Zingaretti, ribalta il sistema di aggiudicazione con gare al massimo ribasso in favore di erogatori di assistenza accreditati, con possibilità di scelta da parte degli assistiti. Dal 1° gennaio, entro 72 ore dalla richiesta il servizio dovrà essere attivato nei giorni feriali per un massimo di nove ore, senza alcun costo aggiuntivo fino al 31 dicembre 2020, per passare poi alla compartecipazione alla spesa (ticket) per quella percentuale di ultra sessantacinquenni – il 2,5 per cento contro l’1,9 del 2018 – che usufruiranno dell’assistenza infermieristica. Gli strumenti di valutazione degli aventi diritto saranno unificati a livello regionale, per garantire “omogeneità e uniformità delle risposte assitenziali”; di fatto, le visite specialistiche restano affidate ai medici della Asl mentre per i pazienti complessi è previsto un particolare pacchetto di cure adeguato al singolo caso. L’équipe base è composta da un medico coordinatore e un infermiere dirigente, 4 infermieri professionali, 4 terapisti della riabilitazione e 4 operatori socio sanitari. L’informazione sul servizio è compito della Asl che dovrà fornire un elenco dei soggetti erogatori presenti sul territorio e illustrare nella Carta dei servizi, tutte le informazioni utili sulle cure domiciliari.