Assotutela: “Asl Roma C, il pareggio di bilancio sulla pelle dei cittadini”
Un risultato annunciato da tempo, di fronte al qualificato parterre di un convegno al Senato. “Per il direttore generale della Asl Roma C Antonio Paone il pareggio di bilancio non è un traguardo irraggiungibile e ci sta provando in tutti i modi – sostiene il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato – ma, come sempre, a pagare per gli interessi dei manager sono i cittadini”. Il grido d’allarme riguarda questa volta la ventilata chiusura di servizi territoriali di cui, ufficialmente non si sa nulla ma che da alcune indiscrezioni sembra riguardare il poliambulatorio dell’Eur in via della Civiltà Romana e il Centro della Gioia, presidio assistenziale del Divino Amore. Due importanti centri sanitari la cui soppressione graverebbe pesantemente sull’assistenza ai cittadini, privando un’area densamente popolata e una zona periferica, di importanti punti di riferimento. Nel primo caso, l’ambulatorio dell’Eur è ubicato in locali della Siae – Società italiana autori ed editori – che ne paga il canone, le utenze, le manutenzioni, non gravando minimamente sulle casse della Asl. Frequentato dai residenti del quartiere e da moltissimi impiegati dei ministeri che hanno sede in zona, raccoglie un bacino di utenza di circa 70.000 mila persone e vanta circa 35.000 presenze annue, tra visite specialistiche e analisi di laboratorio. Oltre ad avere numerose specialità mediche (ginecologo, cardiologo, ortopedico, oculista, fisiatra, reumatologo), è l’unica struttura della Asl locale priva di barriere architettoniche. Il Centro della Gioia invece appartiene alle Suore del Divino Amore, è stato ristrutturato da poco tempo, con notevole dispendio di risorse e accoglie i residenti di aree decentrate, altrimenti costretti a lunghi e faticosi spostamenti. “In pochi giorni abbiamo raccolto 2.500 firme contro la chiusura – fa presente Maritato – e intendiamo diffidare il direttore generale Antonio Paone, il direttore di distretto Rosario Mete, i responsabili degli ambulatori Filippo Triolo e Stefano Mele che in tal modo negano il diritto alla salute dei cittadini”.