Atti aziendali/3. La Asl Rm D penalizzata per la mancanza di un ospedale a Roma.
Dopo la Asl Roma H, è stata la volta del direttore generale della Asl Rm/D, Vincenzo Panella (nella foto), che si è soffermato, oltre che sull’atto aziendale in via di adozione, sul Piano strategico triennale. Panella ha brevemente illustrato il quadro nel quale opera, sia dal punto di vista sociale che epidemiologico. Dal punto di vista della composizione sociale per fabbisogni, età, e condizioni generali, i quattro distretti presentano tra loro grandi differenze, che si evidenziano soprattutto tra i due distretti sanitari all’interno del raccordo anulare e tra quelli presenti sul litorale. Significativo, nella Asl, il rapporto tra domanda e possibilità di offerta di prestazioni. “La Asl Roma D ha una sua tipicità – ha asserito il direttore – produce solo il 15% delle prestazioni ospedaliere necessarie alla popolazione, le restanti vanno acquistate. Da ciò ovviamente ne derivano pesanti obblighi finanziari”. La dichiarazione dovrebbe costituire motivo di approfondita riflessione da parte di una amministrazione regionale che, senza valutare le evidenze epidemiologiche del territorio, si appresta a dismettere l’ospedale Forlanini, che ricade nel territorio della stessa azienda sanitaria. Al centro del dibattito, in primo luogo, la situazione attuale dell’ospedale di Ostia, principale struttura di riferimento sul territorio. Ė stata annunciata una organizzazione per dipartimenti (medico, chirurgico, materno-infantile, dell’emergenza e dei servizi), finora assenti, e interventi urgenti per il pronto soccorso e la radiologia. L’obiettivo è limitare i disagi finora patiti dalla popolazione, spesso costretta a “migrare” in altre Asl per mancanza di posti letto. “Stiamo predisponendo un progetto edilizio che preveda uno spostamento della camera calda e il recupero di spazi per le attese destinate ai vari codici – ha spiegato Panella”. Nel ‘backstage’ del Pronto soccorso, poi, ci sarà al piano terra la medicina d’urgenza, con posti letto, e cambieremo anche il percorso della radiologia che oggi crea un imbuto fastidioso”. Panella ha ricordato che il Grassi “è un ospedale vecchio di trent’anni, senz’altro sottodimensionato rispetto al bacino di utenza di circa 300.000 persone, che aumenta molto nei mesi estivi. Effettua 2000 parti all’anno ed ha soltanto 250 posti letto”. Una situazione che, come è stato ricordato in Commissione, determina una mobilità passiva che sfiora l’80 per cento. “D’altronde 60 posti letto di medicina non possono bastare”, ha ammesso il direttore generale al termine dell’audizione. Sono state poi annunciate novità relative alla gestione dei cosiddetti “ovulatori” (soggetti che ingeriscono ovuli contenenti droga, fermati all’aeroporto di Fiumicino). “Stiamo realizzando dentro l’ospedale Grassi due locali appositi, dove poter fare endoscopie in sicurezza senza creare disagi al resto della popolazione”, ha detto Panella. “I lavori sono appena cominciati e dovrebbero finire per l’estate – ha spiegato il direttore – in questo modo avremo due-tre camere destinate agli ‘ovulatori’ che saranno gestite direttamente dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia penitenziaria”.