Auguri ‘inclusivi’ di buon Natale e felice Anno
Piovono, da alcuni giorni, auguri di tutti i tipi da parte dei politici e auspici per vivere un Natale diverso, sereno, tranquillo, migliore dell’anno scorso, libero, gioioso e chi più ne ha ne metta. Ė arrivato l’augurio del ministro della Salute Roberto Speranza, che spera in un “Natale di inclusione e solidarietà, un’occasione in cui recuperare i valori della nostra Carta costituzionale”. Un auspicio controcorrente, per una ricorrenza dalla forte connotazione religiosa e legata alle nostre tradizioni. Dopo il decreto del governo, chiamato paradossalmente “Festività”, autentico “pacco” dell’antivigilia, tutti possiamo dedurre che nulla di ciò che si era vaticinato si è avverato: divieti, obblighi, restrizioni, colpi ferali inferti al commercio, all’industria turistica, alla ristorazione non ci regalano i festeggiamenti che avremmo desiderato. Da più parti si è chiarito che la variante Omicron, pur essendo molto contagiosa procura meno danni delle precedenti ma ciò non è bastato per evitare di chiudere, seppur velatamente, il nostro paese o meglio aprirlo – sub condicione (il tampone) – ad alcune categorie. E questa è la caratteristica delle festività di quest’anno, la divisione in categorie: non vaccinati irriducibili o malleabili; vaccinati 1 e vaccinati 2, con o senza tampone; vaccinati 3 da più di cinque mesi o meno di cinque mesi, tamponati o non tamponati, con molecolare o antigenico, da più o meno di 48 ore o più o meno di 24 e via elencando. Un vero rompicapo e una difficoltà per le famiglie distinguere, in tutta la casistica, chi invitare o meno. Perché siamo arrivati anche a questo, causa appelli dei giorni scorsi su tutti i media, volti ad allontanare dalla tavola natalizia i “non garantiti”. Il nostro augurio invece, non può che essere quello di capovolgere tale assurdità riconquistando, come sollecita il ministro Speranza, la capacità di essere inclusivi. Con le dovute cautele anti variante. Auguri di cuore a tutti i nostri lettori. (Nella foto: Natività – El Greco)