Azienda Lazio.0, la rivoluzione silenziosa
Avrà la sua sede a Roma la nuova “Azienda Lazio.0”, lo strumento che provocherà un ulteriore, profondo cambiamento organizzativo e gestionale della sanità del Lazio. Nel silenzio più totale, con la massima discrezione richiesta agli eventi destinati a incidere, sta prendendo vita “l’azienda delle aziende”, un nuovo ente sovraordinato ad Asl e ospedali che dovrà occuparsi di asset strategici per il servizio sanitario regionale come la gestione dei pagamenti, la logistica, l’approvvigionamento di beni e servizi e tutto ciò che sovrintende alla architettura gestionale del settore. Non più tanti servizi per ogni Asl e azienda ospedaliera, sebbene accorpate e inserite nel sistema di acquisti centralizzati per la pubblica amministrazione ma un unica centrale, che tanto ricorda l’antico e rimpianto “Pio Istituto di Santo Spirito ed ospedali riunti di Roma”. Nelle stanze dei bottoni della Regione Lazio è partito il conto alla rovescia. Al momento si stanno approvando i 12 articoli – passibili di modifica – e si procede all’esame degli emendamenti alla proposta di legge, che porta il numero 115, licenziata dalla giunta Zingaretti con delibera 87 del 19 febbraio 2019. Insieme alla valutazione costi-benefici avviata dall’assessorato al Bilancio, è stata approvata la parte iniziale del testo. “E’ istituita, quale ente strumentale di supporto agli enti del servizio sanitario regionale, l’azienda regionale sanitaria Lazio.0, allo scopo di razionalizzare e ottimizzare i livelli di efficacia ed efficienza organizzativa del servizio sanitario regionale” recita il primo articolo licenziato il 16 febbraio scorso. Il 27 si è passati all’esame degli emendamenti proposti dai consiglieri Davide Barillari (m5s) e Chiara Colosimo (FdI); il primo ha visto respinte tutte le modifiche volte, secondo il proponente “a differenziare il modello Lazio da quello Veneto, considerato troppo complesso”. Sono stati invece approvati altri due articoli del testo originario e due articoli aggiuntivi. Il secondo, con le modifiche apportate da Colosimo, definisce la “personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica” della creatura in gestazione. Organi istituzionali di “Azienda 0” sono il direttore generale e il collegio sindacale, figure mutuate dalle previsioni della riforma sanitaria 502 del 1992. Tanto per dimostrare come il nuovo si sposi bene al vecchio. La novità è costituita da due organismi tecnico-consultivi. Il primo previsto da un emendamento del consigliere Paolo Ciani (Cs) è il Comitato dei direttori generali “al fine di garantire un efficace coordinamento fra le funzioni dell’ente nascente e le preesistenti Asl. La commissione per gli investimenti in tecnologia ed edilizia è invece un organismo sollecitato da una modifica proposta dal presidente della commissione Sanità della Pisana Giuseppe Simeone (Fi), al fine di garantire una “corretta allocazione di risorse, il monitoraggio, il controllo e il contenimento della spesa”. E veniamo ai costi. Secondo l’analisi dei tecnici del Bilancio, a fronte di una spesa annua per stipendi del personale, dotazione strumentale, onorari per gli organi istituzionali e i membri di commissioni, che è pari a poco più di 2 milioni e 600 mila euro, il risparmio nei dodici mesi, a regime, per gli approvvigionamenti di beni e servizi, la gestione magazzini e la logistica, la gestione del sistema informativo, ammonterebbe a 43 milioni. “E’ nelle nostre intenzioni – ha dichiarato Rodolfo Lena (Pd), membro della commissione Sanità regionale – dare vita a un’azienda snella, che non ripercorra esperienze di altre regioni non proprio positive”. Il pericolo del cosiddetto “poltronificio, che potrebbe diventare troppo potente e fuori controllo” è però, secondo il pentastellato Davide Barillari, effettivamente reale.