Barbara, l’ultimo atto d’amore
Donati gli organi della psichiatra brutalmente uccisa da un ex paziente
L’ultimo gesto ha il segno dell’altruismo, inclinazione che Barbara Capovani ha seguito per tutta la sua vita, bruscamente interrotta per mano dell’ossessionato Gianluca Paul Seung. Ha donato gli organi, la psichiatra massacrata dal 35enne suo ex paziente, non nuovo a minacce e aggressioni nei confronti di chi si prendeva cura delle sue instabili condizioni psichiche. Ė avvenuto tutto venerdì 22 aprile, davanti all’ospedale di Pisa e subito si è capito che le condizioni della specialista erano gravissime. Alle 23:40 di domenica sera 23 aprile, con un bollettino medico, si è conclusa la procedura di accertamento di morte cerebrale. L’accusa per Seung è di omicidio premeditato: secondo gli inquirenti, “nutriva forti rancori nei confronti della dottoressa che lo aveva avuto in cura” e aveva già cercato di colpirla. Numerose le reazioni di dolore e sdegno per la feroce aggressione. Sui social, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani si è espresso così: “Riposa in pace Barbara, che la terra ti sia lieve”. “Tutti abbiamo pregato e sperato che la dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci – ha scritto il presidente – e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti”, prosegue Giani “ma la dottoressa Capovani era anche una moglie e una mamma”. Per questo il presidente della Toscana si stringe alla famiglia della professionista 55enne “in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite”. Sulla vicenda, numerose sono le espressioni di cordoglio, di sdegno e i commenti dei colleghi: “Le violenze sono all’ordine del giorno nei nostri reparti e abbiamo pochi strumenti per difenderci”, sostengono molti professionisti in servizio presso le Asl di Roma e in tutta Italia altre strutture non sono immuni. Negli ultimi due mesi, due episodi simili fortunatamente senza conseguenze, si sono verificati a Lodi e Chioggia. Secondo i dati forniti da Anaao-Assomed, il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri, la psichiatria è la branca della medicina più colpita da episodi di violenza, che arrivano al 34%, seguita dal pronto soccorso al 20%. In una nota il segretario nazionale Ugl Salute Gianluca Giuliano ha dichiarato: “Si tratta dell’ennesimo atto di follia assoluta che coinvolge personale sanitario in un’escalation di violenza che sembra essere senza fine “. Il sindacalista, a tal proposito, ha apprezzato il governo che “nel decreto bollette ha inasprito ulteriormente le sanzioni nei confronti di chi si macchia di episodi così gravi”. Giuliano ha auspicato altresì l’ampliamento dei posti di polizia ripristinati recentemente negli ospedali più problematici. Si è espresso, sul drammatico episodio, il ministro della Salute Orazio Schillaci, che si è unito al dolore della famiglia e ha annunciato per mercoledì 26 la convocazione di un tavolo per la riorganizzazione della psichiatria. Un settore fortemente depotenziato negli anni, in particolare per quanto attiene alle strutture di accoglienza e le Rems, residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza che hanno sostituito gli Ospedali psichiatrici giudiziari aboliti nel 2013. Una riforma che non è mai decollata. (Nella foto: solidarietà dei colleghi della psichiatra)