Circolava da giorni il nome di Rocco Bellantone, professore ordinario di Chirurgia generale all’Università Cattolica e membro del Consiglio Superiore di Sanità e l’11 maggio è arrivata, da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci, la nomina a commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità, scelto tra dodici candidati. Un incarico che dovrà essere ratificato dalla presidenza del Consiglio, dopo il parere delle commissioni parlamentari. Un iter complesso, quello delle cariche dell’Istituto, organo tecnico-scientifico del ministero della Salute e il nome dell’ex preside della Facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica, era in ballottaggio con quello di Anna Teresa Palamara, dirigente interno all’Istituto, capo del dipartimento di Malattie infettive. Una risorsa interna versus il blasonato professore dal curriculum stellare, nato 53 anni fa a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria – la Calabria è una Regione che ha fornito moltissime risorse al Servizio sanitario nazionale – Bellantone è chirurgo endocrino, specializzato in urologia e chirurgia generale, con 300 capitoli di trattati in chirurgia generale e 600 lavori scientifici all’attivo, membro di importanti società scientifiche internazionali, 20mila interventi di chirurgia molti dei quali eseguiti con tecniche innovative, tra cui quelle mini-invasive e con approccio video-assistito, esportate nelle più prestigiose università del mondo. Successore di Silvio Brusaferro, volto noto durante le fasi più dure della pandemia e ora tornato, per scadenza mandato da fine luglio, all’insegnamento alla cattedra di Igiene all’Università di Udine. In ambito sanitario, la nomina di Bellantone ha suscitato pareri contrastanti: all’apprezzamento espresso da Fofi, Federazione degli Ordini dei Farmacisti, fa da contraltare la perplessità di qualche dirigente della sanità che, pur riconoscendo al neo commissario elevata competenza nel campo del governo clinico, rileva al contrario, la minore esperienza nel campo della sanità pubblica, skill essenziale per il ruolo che Bellantone va a ricoprire, sebbene ad interim per sei mesi. Pescano nel gossip, al contrario, i commenti di molti organi di stampa, che oltre a illustrare il percorso professionale del professore, mettono in grande rilievo la sua parentela con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari – sono cugini di primo grado – ipotizzando l’influenza che tale legame potrebbe avere esercitato nella nomina. Una consuetudine, quella del cosiddetto “familismo amorale”, fortemente diffusa nella vita pubblica italiana. A proposito di illustri cugini, nella Regione Lazio lo storico Umberto Gentiloni Silveri – il cui cognome non lascia dubbi sulla parentela con l’ex presidente del Consiglio Paolo, ora commissario europeo per gli ‘Affari’ economici e monetari – fu nominato consulente alla Valorizzazione della storia e della memoria del territorio della Regione Lazio”, con un compenso di 40mila euro lordi per 12 mesi. Un incarico fiduciario, per il professore di Storia contemporanea dell’Università “La Sapienza” di Roma, dettato da una presunta necessità e urgenza, rinnovato fino al 2021, in piena pandemia, per una spesa totale di 120mila euro, quale “collaborazione strategica”. Non sappiamo se e in che grado l’influenza familiare abbia potuto influire sulla nomina di Bellantone. Di sicuro le critiche spietate al professore che si oppose all’obbligo vaccinale, qualche relazione con queste sue posizioni non ortodosse, sicuramente l’avranno.

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