Blitz al pronto soccorso dell’Umberto I, secondo la Regione “il ministro non può farlo”
La visita a sorpresa di Giulia Grillo, ministro della Salute che il primo febbraio – accompagnata da due deputati m5s e un portavoce regionale – è andata nel pronto soccorso del più grande policlinico del Lazio, ha acceso lo scontro politico con un prevedibile “botta e risposta” tra dicastero e regione. L’insostenibile situazione di sovraffollamento e disorganizzazione dei reparti di emergenza della regioneè nota da tempo eil ministro, pur esprimendo parole di apprezzamento per medici e infermieri del reparto “per la qualità professionale e lo spirito di dedizione”, ha rilevato le condizioni denunciate in molte occasioni, “di grave affollamento, scarsa igiene e poca cura dei pazienti assiepati dovunque”.
Le considerazioni di Grillo seguono il grido d’allarme lanciato il 20 dicembre da trentaprimari dell’emergenza, in una affollata riunione all’Ordine dei Medici di Roma e provincia, che non ha trovato riscontro tra i vertici regionali. “Abbiamo cambiato il volto a 12 pronto soccorso di Roma” annunciava il 16 maggio 2015 un trionfante Zingaretti, presidente della Regione e commissario per il rientro dal deficit sanitario. “Gli 88 milioni devono essere un toccasana – assicurava, commentando lo stanziamento di fondi del Giubileo – per la sanità regionale, specie per i pronti soccorsi bisognosi di interventi urgenti”. A quanto pare all’annuncio, replicato più volte fino al 2016, non sono seguiti i risultati, almeno secondo il ministro, che ora mette in dubbio la fine del commissariamento della sanità del Lazio, in quanto“non sarebbero stati raggiunti gli obiettivi prefissati per ridurre il deficit”. E ai vertici regionali che parlano di “persecuzione politica”, fornendo i dati relativi ai conti “rimessi in ordine”, il ministro oppone i fatti: una sanità decimata in dieci anni, con 3600 letti e 8000 dipendenti in meno, la tassazione più alta in Italia con l’Irpef al 33,3 per cento e una pressione insostenibile sull’anello più debole della catena: il pronto soccorso. “Oltre a far quadrare i conti – sostiene Corrado Stillo, della Pastorale Sanitaria Diocesi di Roma – bisogna essere vicini alle persone, alle loro necessità e alle loro sofferenze. Il prezzo pagato con i tagli è troppo alto – insiste Stillo – tanto da ledere pesantemente il diritto alla salute dei cittadini, alcuni dei quali in pronto soccorso, dopo giorni di attesa per un posto letto, perdono la vita”.