Buco di bilancio figlio della finanza “creativa”
La vicenda delle cartolarizzazioni nel Lazio, ha prodotto un buco di bilancio di sette miliardi, ripianato con un mutuo che i cittadini pagheranno con maggiori tasse fino al 2040”. È questo l’allarme lanciato da Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale, nel corso di un incontro con i vertici di Fedir Sanità, il sindacato dei dirigenti amministrativi del Servizio sanitario nazionale, in cui si è trattato del futuro della sanità piemontese. Per il senatore Pd sono stati facili i paralleli con la situazione del Lazio. In Piemonte le “Federazioni sanitarie”, società consortili di diritto privato che gestiscono la sanità pubblica, stanno portando al collasso il sistema, grazie anche alla svendita del patrimonio sanitario pubblico, così come accaduto nella nostra Regione e ampiamente documentato nella “Relazione sulla gestione delle risorse statali destinate alla riduzione strutturale del disavanzo del servizio sanitario nazionale 2009” della Corte dei conti. La Regione Lazio, prima a entrare sul mercato nel 1997 e a dotarsi di un rating nel 1998, negli anni 2001-2003 ha aderito a progetti della cosiddetta finanza “creativa” con la vendita e il riaffitto di 56 ospedali.