Buon Natale e felice Anno nuovo
Dopo decenni di tagli è il caso di rivedere la datata Riforma sanitaria del 1978
Puntuali come sempre, ci ritroviamo per il rituale augurio ai nostri lettori di buon Natale e felice Anno nuovo, che ci farà sembrare ripetitivi ma che non smetteremo mai di inviare, tanto è il senso di appartenenza a questa attenta e puntuale comunità. E come sempre, il nostro pensiero e il nostro augurio va a tutti i professionisti che, grazie a un analogo, storico e ben consolidato senso di appartenenza, si sentono legati al Servizio sanitario pubblico. Tanto legati da sostenere i nostri presidi, ospedali, ambulatori e chi più ne ha ne metta, nella buona e nella cattiva sorte. Servizi che rappresentano la risorsa più preziosa di cui disponiamo e che, nonostante tutte le difficoltà, continuano a offrire un’assistenza di qualità. Non ci soffermiamo a elencare tutte le professionalità che quotidianamente si adoperano, in prima linea o dietro le quinte. Il nostro augurio va a chi è in grado di regalare un sorriso ma anche, e soprattutto, a chi è stato vittima di aggressioni e violenze, la nota stonata che ha contrassegnato questo 2024 che sta per concludersi. Oltre a essere un anno costellato dalle ataviche difficoltà che da decenni affliggono il settore, è stato un anno di lotta. Mai come negli ultimi mesi, si era assistito a manifestazioni dei professionisti della salute, supportate da una critica a un sistema che, a 46 anni dal suo esordio, poteva essere ben rodato e che tale, purtroppo, non è. Non vogliamo, in questa occasione, tornare sui tagli operati per decenni alle risorse finanziarie e umane. Chiediamo soltanto che questo Natale sia un momento di riflessione per tutti affinché, alla spietata dialettica politica, subentrino il dialogo e l’idea di un patto per rifondare il nostro Servizio sanitario nazionale su nuove basi, più aderenti all’attualità, rispetto a una riforma – la legge 833 del 1978 – che risente ormai del tempo. Viene da chiedersi se non sia arrivato il momento di rivedere questo eccellente provvedimento, mutuato dalla riforma Beveridge che in Gran Bretagna, negli anni Quaranta del Novecento, propugnò un modello di assistenza totale “dalla culla alla tomba”. In un Paese, l’Italia, dove le culle sono sempre di meno e, per fortuna, l’invecchiamento attivo è una realtà sempre più presente. Auguri a tutti. (Nell’immagine: Giotto, “La natività”, Basilica inferiore San Francesco – Assisi, 1313)