Caos in pronto soccorso e proteste: mobilitazione della Cgil in tutta italia
Flash mob, davanti al San Camillo di Roma. Venerdì 23 gennaio, medici e infermieri hanno denunciato le stressanti condizioni di lavoro in cui operano e i disagi affrontati quotidianamente dai cittadini, privi dei necessari posti letto continuamente tagliati, causa politiche governative e regionali. La protesta contro le lunghe attese in pronto soccorso è stata promossa dal sindacato Cgil della funzione pubblica e fa parte di un’iniziativa di ampio respiro, promossa in tutta Italia e riassunta nel tweet #prontosoccorsoKo. “Sicuri di volervi far curare da medici e infermieri stressati?”, è stato lo slogan trainante della manifestazione, che ha registrato le testimonianze di lavoratori esasperati per le pessime condizioni in cui si è costretti ad operare. Tra queste c’è il racconto di Francesca, infermiera del dipartimento di emergenza da 15 anni, aggredita mentre era in turno ed è la terza volta che accade dal 2014. “I tagli indiscriminati uccidono la salute, la sanità è al collasso e i cittadini, privi di una efficace rete territoriale alternativa – spiegano dalla Fp Cgil – sono costretti a recarsi in pronto soccorso di ospedali che non dispongono più di posti letto sufficienti. La riduzione dei fondi e del personale ricade così direttamente su di loro, privati di un diritto, e sugli operatori, costretti a turni massacranti per mantenere i servizi”. Secondo Natale Di Cola, segretario generale della Fp Cgil Roma e Lazio, “per superare il caos del pronto soccorso ci vuole l’impegno di tutti: il governo deve revocare i tagli al Servizio sanitario nazionale – sostiene il sindacalista – il Lazio, ad esempio, è stato già penalizzato con 4 miliardi di tagli negli ultimi 5 anni, il tutto condito da un severo blocco delle assunzioni che tanto penalizza reparti e servizi. La Regione – prosegue Di Cola – dovrebbe potenziare l’assistenza sul territorio con le Case della salute, anche per la gestione delle emergenze: in questo modo si potrebbe decongestionare la situazione delle attese. Oggi c’è il 15-20% dei lavoratori nella sanità pubblica del Lazio che fa doppi turni massacranti” spiega il segretario. “Serve infine una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini affinché usino i pronto soccorso solo per le vere emergenze”.