Carbone, Fials: “infermieri, un esercito decimato”

“Il boom dei contagi tra gli infermieri grida vendetta e le istituzioni debbono proteggere i professionisti che sono in prima linea”. L’allarme arriva dal segretario generale della Fials Sanità Giuseppe Carbone, che commenta i dati forniti dal 12esimo report nazionale dell’Inail relativo ai contagi sul lavoro da Covid-19. Oltre l’82% di denunce di contagio di operatori sanitari riguardano gli infermieri e, per Carbone “gli ospedali sono inadeguati e debbono subito essere messi in sicurezza. ll nostro esercito è stato decimato – continua – e noi lo abbiamo ricompensato con indennità irrisorie, se non con indecenti contratti precari. Cioè nulla o quasi per valorizzare il lavoro dei professionisti che stanno pagando il prezzo più alto”. Il segretario non usa mezzi termini nel parlare di “gestione fallimentare dell’emergenza sanitaria” che avrebbe “ampiamente sottovalutato le misure che si dovevano approntare nei mesi estivi e che non sono decollate nemmeno in autunno, quando, stando alla rilevazione attuale, già si riscontrava l’aumento delle denunce di contagio”. E i numeri sono impietosi: la rilevazione, alla data del 31 dicembre 2020 evidenzia un aumento di quasi 27mila casi rispetto alla fine di novembre con un 25,7% in più. A conferma dell’impatto più intenso della seconda ondata dell’epidemia, il 57,6% delle denunce è concentrato nel trimestre ottobre-dicembre. Tra i 131.090 contagiati sul lavoro, i morti sono 423, in maggioranza uomini (83,2%) e con un’età tra i 50 e 64 anni (70,2%) mentre sette lavoratori contagiati su 10 sono donne. Ulteriore motivo di riflessione, è l’età media dei colpiti dall’inizio dell’epidemia: 46 anni per entrambi i sessi così come le classi di età più coinvolte. Il 42,2% delle infezioni riguarda i professionisti tra i 50 e i 64 anni. Seguono le fasce 35-49 anni (37,0%), under 34 anni (19,0%) e over 64 anni (1,8%). L’85,7% dei contagi riguarda lavoratori italiani. Il restante 14,3% quelli stranieri, tra i quali 8 su 10 sono donne. I luoghi in cui il contagio è più presente, come è ampiamente dimostrato, sono gli ospedali, le case di cura e di riposo, le residenze per anziani e disabili mentre, rispetto alle aree del Paese con maggiore incidenza di denunce, in testa si colloca il Nord Italia con il 70,5%, seguito dal Centro con il 13,8%, poi il Sud con l’11,5% e le Isole al 4,2%. Un settore messo in ginocchio, quello della sanità, per questo il segretario nazionale Fials chiede l’immediata applicazione del Piano pandemico rinnovato di recente, sulla cui disapplicazione nei primi mesi della pandemia si sono accese roventi polemiche. “Ė necessario che gli ospedali si dotino di percorsi pulito/sporco – insiste Carbone – zone filtro e sistemi di ventilazione a pressione negativa. E si calcoli altresì l’adeguato fabbisogno di personale, vista la scarsità delle risorse umane. Noi della Fials – chiosa il segretario – abbiamo lanciato l’allarme ma siamo rimasti inascoltati”. C’è da augurarsi che questo non si ripeta di nuovo, non ci sarebbero giustificazioni.

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