Secondo l’Ocse – Organizzazione internazionale per la cooperazione e sviluppo – nel 2023 l’Italia conta 29 ostetriche ogni 100.000 abitanti, 14,2 unità in meno della media europea, con un deficit di circa 8.500 unità. Il rapporto Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità) anno 2022 dipinge un quadro ancor più critico: 12.300 ostetriche attive contro un fabbisogno di almeno 25.400, evidenziando una carenza di oltre 13.000 unità. Il rapporto ostetriche/ginecologi è di 1,12, quando lo standard ottimale sarebbe di almeno 2. Questa situazione sovraccarica le professioniste, allunga i tempi di attesa e aumenta i rischi per le pazienti. Sul tema si esprime il presidente del sindacato infermieri e professionisti sanitari Nursing Up Antonio De Palma: “L’attuale carenza di ostetriche è un’emergenza che non può più essere ignorata. È necessario estendere la flat tax al 5% anche alle ostetriche, come già fatto per gli infermieri, e riconoscere loro un’adeguata indennità di specificità. Queste misure sono imprescindibili per valorizzare il loro ruolo e dare un segnale forte di supporto al settore sanitario”, sostiene il sindacalista, che aggiunge alle istanze la necessità della introduzione di un’indennità contrattuale compensativa, nelle more dell’adozione delle misure richieste, per colmare il vuoto normativo attuale. “Le ostetriche si prendono cura della vita di madre e bambino, eppure non ricevono lo stesso trattamento degli altri professionisti sanitari – continua De Palma – il governo intervenga subito per porre fine a questa ingiustizia”. Un riconoscimento economico, quello della tassa sugli straordinari, essenziale secondo il presidente specie se si considera la grave carenza di questa figura, che può compromettere la qualità dell’assistenza a madri e neonati.

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