Contratto nazionale di lavoro per la sanità, le trattative sono in corso e le polemiche, sotto il solleone sono sempre più arroventate. Sulle proposte dell’esecutivo si esprime il presidente del sindacato infermieristico Nursing up Antonio De Palma: “Ė necessario uno stanziamento aggiuntivo ad hoc, di almeno 453 milioni di euro – attacca – indispensabili per il raddoppio delle indennità di specificità infermieristica e per la sua estensione alle ostetriche, e di almeno ulteriori 200 milioni per intervenire sulle indennità di competenza degli altri professionisti sanitari ex legge n 43/2006 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l’istituzione dei relativi ordini professionali”. Il presidente  lamentando un “incomprensibile silenzio del governo”, precisa che Nursing up non ha potuto far altro che dare impulso e rilanciare, senza ulteriore indugio, le doglianze che hanno portato allo sciopero del dicembre 2023 e annuncia un autunno di lotte eclatanti “per la difesa prioritaria del diritto alla  salute, e per il diritto sacrosanto dei professionisti sanitari a un lavoro dignitoso, compatibile con la vita personale e familiare, retribuito in maniera finalmente accettabile”, insiste ancora, mettendo in luce lo iato tra le linee programmatiche delineate dagli organismi deputati alle trattative sul rinnovo dei contratti – Comitato di Settore  e Regioni – nell’atto di indirizzo approvato il 7 marzo scorso e quanto emerso dalla discussione. “Le proposte che ci vengono sottoposte oggi offendono nel vero senso della parola i professionisti dell’assistenza – lamenta ancora De Palma – la strada per un autunno caldo all’insegna delle proteste e delle lotte di piazza sembra disegnata. Altro che contratto attento alle esigenze dei professionisti sanitari. Parlano i fatti. In assenza di ulteriori risorse, ci troviamo oggi costretti a dare il via a nuove iniziative di lotta, con il coinvolgimento della cittadinanza e delle altre organizzazioni sindacali”. Una nuova grana per il ministro della Salute Orazio Schillaci e per il governo, che si aggiunge alle continue contestazioni al Servizio sanitario, sofferente ormai da decenni per la carenza di risorse e la penuria di professionisti. De Palma si sofferma a elencare le criticità riscontrate nell’iter di rinnovo del contratto della sanità, la cui ultima seduta, in ordine di tempo, si è tenuta il 29 luglio. “Vogliono portare da sette a dieci i turni di pronta disponibilità che l’azienda può chiedere di effettuare, mettendo in discussione la sicurezza dei pazienti, dovuta a stress da iper prestazione”. Il presidente denuncia poi la carenza di risposte relative alla richiesta di aumento della “miserevole indennità di pronta disponibilità pari a 1,80 euro lordi l’ora, che il contratto attuale prevede per i nostri professionisti”, qualificandola come retribuzione inaccettabile e insiste: “Non è previsto alcun esonero certo dai turni di notte per i colleghi che hanno superato i 62 anni di età, come da noi richiesto, che non riescono a sostenere il peso di questa pesante tipologia di prestazione”. E si scaglia contro le cosiddette prestazioni aggiuntive: “Ci propongono di lavorare oltre l’orario normale ma, paradossalmente, pretendono di pagarci meno di quanto la maggior parte delle regioni paga oggi per ogni ora di impegno”. Ulteriore motivo di contestazione, la richiesta dell’Aran – agenzia di rappresentanza negoziale per le pubbliche amministrazioni – che insiste nel prevedere la laurea magistrale come condizione per l’accesso all’area di elevata qualificazione “mortificando e disconoscendo la professionalità e l’esperienza acquisite da migliaia di professionisti sanitari”, precisa De Palma, concludendo che “proprio non ci piace che l’Aran voglia portare da 15 a 10 anni il requisito di anzianità previsto come condizione per attribuire gli  incarichi al personale di cui si parla, così come non ci siamo con l’educazione continua in medicina (Ecm), per cui   Nursing Up ha chiesto di uniformare, per i professionisti soggetti ad obbligo, le previsioni del contratto di comparto a quello della dirigenza medica”. E ora Nursing up attende con determinazione fatti concreti da parte dell’esecutivo. Un governo pressato da mille emergenze che, a causa di precedenti esosi provvedimenti, su tutti il Super bonus, fa fatica a rispondere alle pur comprensibili esigenze delle parti sociali.

 

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