Cefalea come malattia sociale. Il consigliere Santori presenta la proposta
“Secondo uno studio dell’Università Cattolica – Policlinico Gemelli, la cefalea colpisce circa dieci milioni di cittadini in modo episodico, due milioni in modo cronico, con valori più elevati per le donne, 9,1%, rispetto agli uomini, 7,8%. Deve essere dunque considerata una malattia vera e propria, indotta da cause non sempre immediatamente identificabili – sostiene il consigliere regionale Fabrizio Santori – ma è anche una patologia con costi sociali e sanitari molto alti, che calcoli recenti stimano in 3,5 miliardi di euro”. Per questo l’esponente de “La Destra” alla Pisana ha firmato l’iniziativa nata spontaneamente da numerosi cittadini del Lazio per il riconoscimento della cefalea come malattia sociale. “La Regione Veneto ha già fatto propria questa presa di atto che risponde alle sollecitazioni formali da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che considera appunto la cefalea cronica una malattia tra le più invalidanti” chiarisce Santori componente, tra l’altro, della Commissione Salute regionale e annuncia la presentazione di una proposta di legge per il riconoscimento della patologia come avviene in Veneto.“La richiesta di associazioni e cittadini che stanno sostenendo questa causa – precisa il consigliere – punta esplicitamente all’introduzione del concetto di “malattia sociale” che, laddove riconosciuto, favorisce una migliore disposizione della società civile per un problema che ha grossa rilevanza sociale: un provvedimento gratuito per la spesa pubblica e di notevole valore simbolico.