Centro educazione motoria (Cem): mamma si incatena contro il disinteresse della Regione

Genitori incatenati davanti al Cem
Genitori incatenati davanti al Cem

Lo aveva promesso e lo ha messo in pratica. Maria Cidoni 76 anni, presidente di Agecem, Associazione genitori disabili, ha fatto la scelta estrema per manifestare il proprio disappunto: una protesta in piena regola con tanto di catene che hanno fissato la sua disperazione, e quella dei genitori dei 60 disabili – tra cui alcuni cerebrolesi gravi ricoverati nel centro romano tra Monteverde e Portuense – ai cancelli della Croce Rossa provinciale che dal 1956 ospita la struttura. La Regione Lazio ha fissato standard inaccettabili – ha dichiarato Cidoni a sireneonline – così da tempo siamo costretti ad andare avanti tra mille difficoltà. Pochi assistenti, che non conoscono i nostri figli perché hanno sostituito quelli che li seguivano da tempo, strumentazioni vetuste, inadeguatezza dei locali. Perché la Regione Lazio fa finta di non vedere e il presidente Zingaretti non si è mai presentato? Perché i burocrati regionali ci pongono tutti questi paletti?”. La vicenda va avanti dal 2012, quando la Cri cambia pelle, diventa ente privato e abbandona la gestione del Cem che passa alla Asl Roma D, ora divenuta Roma 3, istituzione acefala che non ha trovato soluzioni mentre il centro era costantemente depotenziato e definanziato da una politica che, secondo la presidente Agecem “fa cassa sulla pelle delle persone più fragili e bisognose”. Così, tra le attese e la fiducia della presidenza della Cri provinciale che, attraverso Flavio Ronzi ritiene che alla Regione “serva ancora poco tempo per dare l’accreditamento”, a fare le spese di un welfare ormai distrutto sono i più deboli: soggetti fragili e famiglie.

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