Cgil: Bambino Gesù al Forlanini? Parliamone
Chiesto un incontro urgente al presidente della Regione Rocca
Continua, su importanti quotidiani, il martellamento di notizie che vedrebbero a buon punto la trattativa tra i vertici della Regione Lazio e la direzione del Bambino Gesù, per trasferire l’ospedale pediatrico del Vaticano nei locali del Forlanini, nosocomio romano chiuso con decreto di Nicola Zingaretti il 30 giugno 2015. Da ultima, sarebbe entrata nella partita perfino la presidenza del Consiglio, “ad altissimi livelli”. Lanciata in campagna elettorale per le regionali, come proposta dello sfidante di Francesco Rocca Alessio D’Amato, la notizia ha riempito per mesi le cronache cittadine dei quotidiani ma non ha portato fortuna all’ex assessore alla Sanità della giunta di centrosinistra. Ė stata poi rilanciata, dopo l’elezione a presidente del Lazio dell’avvocato ex Croce Rossa, in primis da ben due articoli del Corriere della Sera e, il 28 luglio scorso dal Messaggero, che dava la cosa quasi per fatta, ipotizzando perfino nuove edificazioni in un complesso sottoposto a vincolo storico-ambientale dalla soprintendenza ai Beni architettonici. Il che non sorprende, considerate le campagne condotte negli anni dal quotidiano dell’editore Caltagirone, sulle più importanti vicende urbanistiche della città. La battaglia per non costruire nel parco di Tormarancia, con conseguente premio edificatorio ai costruttori triplicando le cubature in tutta Roma e lo stadio di calcio, che ora incombe su Pietralata. Come non sorprende che il presidente Rocca metta in campo l’opzione per cedere il complesso – di cui una delibera regionale inibisce la vendita e la possibilità di creare rendita – affidandone la complessa ristrutturazione per l’iperbolica cifra di 250 milioni, a quelli che sarebbero i nuovi affittuari. Lo stesso Rocca, nel discorso di insediamento, parlò della riqualificazione dello storico ospedale “in accordo con le proposte dell’opposizione” e oggi, inibito l’acquisto da parte di privati dalla delibera regionale e da una sentenza del Tar Lazio, se ne propone la vendita all’Inail che poi lo affitterebbe alla Santa Sede, brillante escamotage di aggiramento dei vincoli che però poco convince chi un po’ di diritto si intende. La dirigenza Inail, per prima, sa benissimo che l’istituto non potrebbe concedere il complesso al Bambino Gesù senza procedere a gara pubblica per spuntare le offerte, come si dice in gergo “al miglior prezzo”. Sull’articolata trattativa interviene la Cgil Roma ovest litoranea, che chiede una immediata convocazione da parte di Rocca, e in un comunicato del 1° agosto parla di “notizie di stampa confuse e preoccupanti sul futuro dell’ospedale”. Da anni il sindacato ha sostenuto comitati locali e associazioni di cittadini che chiedono che lo spazio rimanga pubblico, garantendone la vocazione sociosanitaria. “Con la precedente giunta si era definito un progetto, mai realizzato, di costruzione di una Rsa e di una Casa di comunità”, continua la nota. In realtà, anche in quel caso come nella mirabolante attuale trattativa, si era trattato di interlocuzioni con rappresentanti della presidenza della Regione Lazio, tra cui Maurizio Veloccia, attuale assessore all’Urbanistica della giunta capitolina di Gualtieri. Considerata la domanda di salute della collettività, appurato che a Monteverde per gli ambulatori della Asl Roma 3 si spendono tre milioni l’anno in canoni ai privati, la richiesta dei sindacalisti dovrebbe avere buone speranze di essere presa in considerazione. Non molto tempo fa, 118 mila sottoscrittori sulla piattaforma Change.org, avanzarono analoghe richieste per il rilancio di servizi sociosanitari destinati alla cittadinanza. “Ci auguriamo – conclude la nota – che il presidente apra un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati e possa rapidamente fare chiarezza sul futuro e sulla destinazione dell’ex Forlanini”. Con tali presupposti, la richiesta non può certo essere ignorata.