Cgil, Cisl, Uil: no sanità dei ragionieri, assunzioni subito

Cessa, almeno temporaneamente, lo stato di agitazione nella sanità del Lazio, grazie al recente accordo sottoscritto il 5 agosto, tra la Regione Lazio e i sindacati sulle stabilizzazioni e reinternalizzazioni dei lavoratori. “Un primo risultato positivo – dichiarano in un comunicato congiunto Giancarlo Cenciarelli, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali di categoria Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio – ora attendiamo le assunzioni necessarie per far funzionare il Servizio sanitario regionale”. L’accordo siglato è solo un primo passo, in attesa dell’incontro sull’attuazione dell’intesa che si terrà il 15 settembre, in un clima politico generale effervescente, dato dalla campagna elettorale per le elezioni politiche, con la prospettiva di elezioni regionali molto ravvicinate, considerata la probabile candidatura al Parlamento del presidente Nicola Zingaretti. Il testo fa seguito alle intese del 18 febbraio scorso e del 22 aprile, incentrate sul potenziamento dei servizi alla salute, per cui le aziende sanitarie e ospedaliere  “debbono assicurare entro il 30 settembre 2022 le procedure di stabilizzazione di tutti coloro che matureranno i requisiti previsti per legge, attuando la trasformazione del rapporto da tempo determinato a indeterminato” La legge a cui si fa  riferimento, oltre alla cosiddetta “legge Madia”, è un provvedimento assunto nel 2021 – legge 234 articolo 1 comma 268 – testo del provvedimento per il Bilancio 2022, per la maturazione dei requisiti atti all’assunzione stabile entro il 30 giugno 2022. E ora la parola spetta ad aziende sanitarie ospedaliere e Regione Lazio, le prime dovranno trasmettere tempestivamente alla Regione il calendario di reinternalizzazione come previsto dall’accordo di febbraio scorso, l’ente locale a sua volta, dovrà procedere alla priorità assoluta che, per i sindacalisti è “assumere personale in tutti i profili, con un vero investimento che superi i limiti ragionieristici che hanno finora indebolito il sistema sanitario”. Ulteriore compito spetterà al prossimo governo in carica, relativamente alla necessità di “superare i vincoli imposti dal governo centrale rispetto ai tetti di spesa, fissati ai livelli del 2004 sottratti dell’1,4% per le assunzioni di personale”, scrivono ancora le organizzazioni. Un tema delicato, considerate le ristrettezze economiche in cui si trova il comparto, con buona pace delle risorse del Pnrr, che non prevede un centesimo per il tema più scottante della sanità, ovvero le assunzioni. Anzi, garantisce la realizzazione di nuove strutture che rischiano di diventare scatole vuote senza operatori o, al contrario, tali servizi assistenziali potrebbero aprire praterie al privato in odore di accreditamenti.

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