Chirurgia, Iva esente su alcuni interventi
Proposta della Lega per operazioni apparentemente estetiche, che in realtà tutelano la salute
Non tutta la chirurgia estetica è finalizzata alla bellezza, a fermare il tempo, a rimodellare il corpo. Ci sono prestazioni di tale branca specialistica, indirizzate a “diagnosticare o curare malattie o a risolvere problemi di salute”. Sono molti i casi in cui, un intervento è idoneo a “tutelare, mantenere o ristabilire la salute, anche psico-fisica”. Ad esempio, non tutti gli interventi di blefaroplastica – chirurgia per abbellire l’occhio togliendo borse e antiestetici gonfiori – servono soltanto a ridare luce allo sguardo. Spesso, una palpebra cadente o altri presunti inestetismi che riguardano quella parte del corpo, rappresentano una difficoltà per la vista e potremmo andare avanti con moltissimi altri esempi, come un ventre prominente o un seno troppo abbondante, che rappresentano veri e propri ostacoli per la salute o la postura. A tal fine, qualche rappresentante del Parlamento si è attivato e, al di là delle inevitabili critiche politiche, ha formulato proposte in soccorso a tali casi. Ė il caso della senatrice Maria Cristina Cantù, che per prima ha firmato un emendamento alla cosiddetta delega fiscale. Nel provvedimento sostenuto dalla rappresentante della Lega tale atto introduce, una volta approvato, lo specifico articolo “Regime Iva prestazioni di chirurgia estetica” in cui si fissa come condizione per l’esenzione “che tali finalità terapeutiche risultino dalla documentazione clinica del paziente, inclusi il diario terapeutico o la cartella clinica, o da apposita attestazione medica”. La modifica scatterebbe dall’entrata in vigore del provvedimento e non sarebbe retroattiva. Spetterà al chirurgo operatore, certificare che l’intervento non è finalizzato a meri benefici estetici ma rappresenta la risoluzione di una potenziale patologia determinata da quelli che solo in apparenza sono inestetismi e in realtà rappresentano ostacoli per la salute. Un altro piccolo passo, a tutela dei cittadini meno abbienti, che spesso rinunciano a intervenire a tutela del proprio benessere. (Agenpress)