Cittadinanzattiva chiede chiarezza sul funzionamento del numero unico di emergenza 112
“I cittadini non possono rischiare ancora, sul servizio emergenza numero unico 112 si faccia chiarezza immediatamente per evitare ulteriori fattori di rischio”. Ė questo l’appello rivolto dal segretario regionale del Lazio di Cittadinanzattiva Elio Rosati, non appena appresa la notizia di una dolorosa vicenda che ha visto la morte di un 63enne di Albano laziale, in provincia di Roma. Il soccorso, che nei primi giorni di agosto la figlia dell’uomo ha tentato invano di attivare con diverse chiamate al 112, non sarebbe arrivato nei tempi previsti e questo ha scatenato un mare di polemiche, con le conseguenti inchieste interne e l’indagine della procura della Repubblica sul funzionamento del numero unico di emergenza, previsto da una direttiva europea del 2002, attivato con grande difficoltà, in alcune regioni e province italiane tra cui quella di Roma dove è entrato in funzione il 1° novembre 2015 in occasione del Giubileo straordinario. “I fatti riportati da ‘Repubblica’ – denuncia Rosati – ripropongono le modalità di gestione di emergenze sanitarie che in alcuni periodi dell’anno, sembrano essere maggiormente a rischio. Non è pensabile attendere ascoltando un disco registrato. Il tempo per le emergenze sanitarie non è una variabile con la quale poter giocare – insiste Rosati – per questo che chiediamo alla Regione Lazio di verificare l’efficienza del servizio di emergenza sanitaria, sia per quanto attiene alle risorse umane, sia per la dotazione di ambulanze pubbliche o private accreditate a disposizione al fine di garantire una copertura capillare del territorio regionale”.