Dodici reparti per 134 posti letto, 110 medici, 376 operatori tra infermieri e operatori soci sanitari, 29 unità per il settore tecnico-amministrativo. Ogni anno si ricoverano 4.000 persone l’anno: 3.300 sono degenze programmate mentre 700 usufruiscono dell’assistenza nell’ospedale diurno. Gli accessi annui in pronto soccorso sono 25mila l’anno, per un bacino di utenza di 75mila residenti. Sono questi i numeri dell’ospedale “Leopoldo Parodi Delfino” di Colleferro, che fa parte della Asl Roma 5 e negli ultimi tempi ha assistito a importanti interventi di ristrutturazione, che hanno interessato i reparti di gastroenterologia, ortopedia e il pronto soccorso. Sono state attivate due nuove sale operatorie; in ortopedia le stanze di degenza sono state dotate di bagni interni, in pronto soccorso è stata realizzata una specifica zona dedicata alla raccolta dati e al triage degli assistiti e sono stati inseriti due nuovi codici colore per indicare le condizioni dei pazienti: arancione e azzurro/verde, dedicato quest’ultimo alle vittime di violenza di genere. Al momento, risultano interessati dalle opere di ristrutturazione i reparti di nefrologia, dialisi e medicina interna in cui i lavori dovrebbero terminare a fine anno. Arriveranno poi nel 2024 due apparecchiature per la risonanza magnetica, attese da tempo, di cui una sarà destinata all’ospedale di Tivoli. Le opere, che comportano un investimento di oltre 6 milioni inseriti negli stanziamenti per il Giubileo, riguarderanno anche gli impianti e la messa in sicurezza della struttura. Un sospiro di sollievo per un ospedale che ha vissuto momenti bui in periodo pandemico, riassumendo la connotazione di ospedale generale tra mille difficoltà. Un periodo che, secondo le dichiarazioni del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, dovrebbe restare un mero ricordo. “Lavoriamo per consentire ai presidi ospedalieri dei territori di avere tutti gli strumenti dei nosocomi delle grandi città – ha dichiarato Rocca in visita all’ospedale Parodi Delfino – i cittadini non devono più  essere costretti a fare centinaia di chilometri per ricevere cure adeguate”. Sembra che tale indirizzo stia permeando il Piano sanitario regionale che via Cristoforo Colombo licenzierà entro breve.

 

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