Doveva essere individuato come dipartimento di Emergenza accettazione (Dea) di secondo livello ma a tutt’oggi il pronto soccorso del polo ospedaliero Colleferro-Palestrina lascia ancora i cittadini in attesa che la Regione Lazio si pronunci sul suo futuro. Una incertezza che, come in tutto il territorio regionale, si identifica con attese bibliche, file interminabili di ore – se si è fortunati all’interno altrimenti in piedi e al freddo – locali inadeguati, posti letto introvabili. Ė tutto illustrato in un comunicato che Gabriella Collacchi e Ina Camilli, rispettivamente portavoce e coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro”, hanno diffuso a fine anno, tracciando un bilancio negativo, non solo per il polo ospedaliero ma per tutta la rete assistenziale offerta dalla Asl Roma 5, sia a livello domiciliare che per quanto attiene alle prestazioni ambulatoriali e al ricovero ospedaliero, con una offerta di servizi soggetta a continue battute di arresto “divenendo in alcuni casi – scrivono Colacchi e Camilli – una attività residuale”. Una delle criticità è riferibile alla lamentata eccessiva attenzione rivolta dalla Regione Lazio al distretto dell’area Tiburtina, sguarnendo di servizi i restanti territori, contrariamente alle assicurazioni fornite in fase di stesura dell’atto aziendale del 2018, quando l’allora direttore generale Giuseppe Quintavalle garantì l’incremento delle prestazioni e la qualità dell’assistenza dei due ospedali accorpati. L’episodio più clamoroso però, è connotato dalle eccessive attenzioni che, secondo le rappresentanti del comitato, sarebbero state riservate alla inaugurazione dell’ambulatorio di chirurgia oculistica, che ha visto la presenza dell’assessore Alessio D’Amato – mai prima di allora approdato a Colleferro – ma non altrettanto sensibile alle richieste dei cittadini. Tanto che dopo il taglio del nastro, secondo Collacchi e Camilli si sarebbe allontanato senza prestare minimamente ascolto alle istanze dei residenti. Dal bilancio negativo tracciato dal Comitato a difesa dell’ospedale, emerge una sanità deprivata delle funzioni essenziali: via i reparti materno-infantili dal polo Colleferro-Palestrina e approdati a Tivoli, troppa burocrazia inefficiente e nessuna integrazione delle attività ospedaliere, politiche restrittive di riduzione della spesa, blocco delle assunzioni, soppressione dei posti letto e bassi livelli qualitativi delle prestazioni. “Il tutto a favore della sanità privata e convenzionata” lamenta il comunicato. Con un augurio finale di buon 2023 agli operatori del polo ospedaliero “impegnati a garantire un servizio essenziale ai cittadini, anche nei giorni festivi”. Un auspicio colmo di gratitudine nei confronti di chi, con competenza e spirito di abnegazione, consente a una sanità in bilico di andare avanti.

Commenti Facebook:

Commenti