Colon, una speranza contro il tumore

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Premio a Lorella Salce degli Ifo per la divulgazione sulle malattie rare

Risultato d’eccellenza nel campo delle staminali, con positive applicazioni per la cura del tumore del colon, presentato agli Ifo di Roma. Lo studio, coordinato da Ruggero De Maria, direttore scientifico del Regina Elena e da Giorgio Stassi, dell’Università di Palermo – con la collaborazione di Gaspare Gulotta e Francesco Dieli – è un punto di svolta relativo alla formazione di metastasi, principale causa di mortalità in tale patologia. I risultati del lavoro pubblicato sulla rivista “Cell Stem Cell” del 6 marzo, dimostrano che le metastasi si formano ad opera delle cellule staminali maligne presenti nel tumore del colon e agiscono come serbatoio generatore di nuove cellule della massa tumorale, con migrazione in altri organi e formazione di tumori secondari. “Il nostro laboratorio ha scoperto le cellule staminali del tumore del colon alcuni anni fa e ha continuato a studiarle per capirne i punti deboli – spiega De Maria – l’attuale scoperta ci permetterà di trovare strategie per distruggere tali cellule e impedire in tal modo che il tumore si diffonda. In sintesi: le cellule staminali del tumore sono le uniche responsabili della formazione di metastasi; la loro capacità di migrare e dare origine a  metastasi è dovuta alla presenza di un recettore cellulare denominato CD44v6; se si disattiva questo recettore si blocca la capacità del tumore di dare origine alle metastasi. Abbiamo dimostrato che tutte le cellule staminali tumorali del colon retto – continua De Maria – esprimono sulla loro superficie il recettore CD44v6 che agisce da interruttore per la migrazione cellulare e la formazione delle metastasi.” “Di fatto la scoperta – aggiunge Stassi – è avvenuta dopo aver notato che l’espressione di CD44v6 era bassissima nei tumori primitivi, e aumentava notevolmente nelle metastasi. L’analisi approfondita di queste cellule ha dimostrato come esse presentino una tendenza naturale a migrare e a colonizzare gli organi lontani, come il fegato e il polmone, attraverso l’attivazione di una serie di segnali metabolici che sono stati da noi identificati e descritti”. Gli scienziati hanno portato alla luce meccanismi complessi che coinvolgono alcune proteine chiave nella biologia dei tumori, tra cui delle sostanze solubili dette citochine che vengono scambiate tra una cellula e l’altra aumentando i livelli di CD44v6 sulle staminali e di conseguenza l’aggressività tumorale. In accordo con la filosofia dei fondi “AIRC” che ha finanziato la ricerca grazie al 5 per mille, tali risultati verranno ora messi in pratica all’Istituto Tumori Regina Elena: è in predicato una sperimentazione clinica finalizzata a prevenire la formazione di metastasi con nuovi farmaci che agiscono direttamente sulle cellule staminali del tumore del colon.

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