Estate torrida, temperature elevate, clima asfissiante, colpi di calore. Sono espressioni che sentiamo ripetere in continuazione dai media, con relativi consigli per gli umani, atti a combattere le conseguenze degli eccessi termici. Più raramente, ci imbattiamo nei suggerimenti per difendere dall’afa coloro che non possono esprimersi: i nostri amici animali, soggetti anche loro al colpo di calore. Nel cane e nel gatto, tale evenienza si verifica con progressione rapidissima ed è potenzialmente letale. Provvidenzialmente, il dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 3 con la rassegna scientifica curata dal direttore Aldo Benevelli, con interventi dei dottori veterinari Orietta Angelosanto e Patrizia Mazzocchini, dispensa sul sito aziendale consigli e avvertenze, illustrando sintomi, durata, rimedi e suggerimenti. Come per gli umani, una esposizione e temperature elevate, con forte umidità poca areazione e assenza d’acqua, può essere nociva per i nostri animali, specie se sopravvissuti a un precedente colpo. In una prima fase, l’animale inizierà ad agitarsi e a mostrare irrequietezza, con aumento della frequenza respiratoria. Può comparire vomito e, in tal caso, occorre controllare la temperatura rettale con termometro e, se uguale o superiore a 40° si è in presenza di un colpo di calore. Le condizioni peggiorano in seconda e terza fase – che, come la prima, durano più o meno 20 minuti – e mostrano affanno respiratorio, mucose gengivali secche e appiccicose per la disidratazione; sopraggiunge quindi lo stato confusionale e il disorientamento, con possibile diarrea o perdita di feci e macchie rosse sulle parti prive di pelo. Infine, si arriva a letargia e convulsioni, sintomi di sofferenza grave, spesso irreversibili, con l’auspicio che a tale fase non si arrivi mai, provvedendo prima con i rimedi più efficaci. In primo luogo, non farsi prendere dal panico, mettere l’animale all’ombra in luogo areato e bagnarlo con un getto di acqua fredda, dissetarlo se è cosciente, far girare l’aria con un ventilatore nei pressi, strofinare con alcol le zone glabre: il massaggio aiuta la circolazione sanguigna. Se si ha ghiaccio poggiarlo in zona ascellare e sulla nuca per 30-40 secondi, con successive applicazioni. Rilevare la temperatura e, se scende a 39,5° sospendere le procedure e trasportare l’animale in pronto soccorso veterinario. Non immergere mai il soggetto in acqua ghiacciata per evitare vasocostrizione e non bagnare la testa; non somministrare farmaci e non caricare l’animale in auto se questa è molto calda, avendo cura comunque di collocarlo vicino all’erogatore di aria condizionata. Per saperne di più:  https://www.aslroma3.it/

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