Comunicazione è empatia e appropriatezza

vignetta pag 12Continua il viaggio nella comunicazione sanitaria: linguaggio del corpo ed equilibrio dei messaggi

di Pierluigi Guiducci*

La comunicazione, intesa come educazione alla salute, deve tener conto dei limiti della medicina, al fine della promozione e difesa della salute. Occorre porsi il problema dei contenuti morali e dei toni dei messaggi che si inviano per modularli, secondo i contesti socio-cultuali in cui le informazioni vengono diffuse. Il coinvolgimento dei destinatari nel processo di elaborazione dei testi, può consentire di condividere significati e azioni, aumentando efficacia e comprensione reciproca. La comunicazione sanitaria comprende:

  • la comunicazione socio-sanitaria propriamente detta, centrata principalmente sui servizi e sulle prestazioni in tutti i livelli dell’assistenza;
  • la comunicazione di crisi ed emergenza, strumento necessario per il controllo di situazioni di allarme improvviso per la salute, al fine di dare una risposta corretta ed equilibrata alle richieste dei media e dei cittadini.

Con la trasmissione di questa tipologia di informazioni si promuove la partecipazione dei cittadini a una serie di processi decisionali e alla valutazione dei servizi; si permette l’autonomia di scelta, si favorisce la cultura dell’appropriatezza. Tra gli scopi della comunicazione sanitaria vi è anche la facilitazione dell’accesso alle prestazioni sanitarie, altro elemento necessario a garantire la salute e il benessere dei cittadini. Migliorare l’accesso significa aumentare la capacità della sanità di entrare in relazione con gli utenti. Alla base della costruzione di ogni forma di relazionalità è necessario che ci sia l’accettazione empatica. L’educazione all’empatìa (dal greco “εμπαθεία”, ndr), riguarda anche il tema dell’accoglienza e dell’integrazione nelle strutture sanitarie di soggetti con differenti problematiche e appartenenti a culture diverse. In questo ambito ha rilievo l’aspetto relazionale della comunicazione che avviene attraverso un modulo analogico: il linguaggio del corpo (atteggiamento posturale, mimica, gestualità, distanza, tono) diventa una finestra privilegiata nella relazionalità. Si ha una corretta comunicazione sanitaria quando esiste un equilibrio tra le informazioni date, la coerenza dei messaggi e l’efficacia dell’iniziativa (obiettivo principale raggiunto). Il bilanciamento informativo prevede che non vengano enfatizzati i benefici a discapito dei rischi; la coerenza e l’efficacia, last butnot the least, tendono a illustrare e a coniugare il beneficio collettivo con quello atteso a livello individuale e vanno misurate nella relazione esistente tra le azioni singole e l’obiettivo principale (conseguimento del benessere). All’interno della comunicazione sanitaria una particolare attenzione va dedicata alla gestione delle informazioni circa i servizi e le prestazioni sanitarie straordinarie che si possono attuare nell’emergenza, urgenza e nelle catastrofi. Nelle situazioni critiche un’adeguata comunicazione su quello che si può o non si può fare, è uno degli strumenti che permette di controllare stati di allarme improvviso per la salute e di dare una risposta corretta ed equilibrata alle richieste dei media e dei cittadini. A titolo esemplificativo giova ricordare la non positiva gestione delle informazioni riguardanti la Sars (Severe Acute Respiratory Sindrome) e l’influenza aviaria. I citati eventi hanno dimostrato la necessità di maggiori investimenti nella comunicazione sanitaria e per la salute, per non lasciare la gestione di tale settore ad attori sociali propensi a ricondurla alle proprie logiche ed esigenze.

*Centro Studi Asl Roma A

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