Bambino Gesù, è bufera tra i lavoratori. La Cisl si è opposta e continuerà a opporsi all’intesa  sottoscritta da Cgil e Uil: un contratto al ribasso è definito dai sindacalisti e ne spiegano le ragioni sui social. Secondo l’organizzazione, si prevede uno stipendio tabellare inferiore non solo al contratto della sanità pubblica riferito al 2019-2021 ma, “addirittura – scrivono nel post – al contratto collettivo nazionale della sanità privata che si rifà al rinnovo del 2016-2018”. E parlano di una “svendita del lavoro del personale del Bambino Gesù”, accusando i sindacati firmatari di voler coprire la realtà “con penose bugie”. La controversia riguarda il pagamento di arretrati che per la Cisl sarebbe insufficiente “soltanto l’acconto di un saldo che pretendiamo sia erogato per intero, perché i lavoratori meritano ben altro che una intesa al ribasso”. Toni molto accessi, che si manifestano da mesi e mesi con striscioni affissi nei pressi delle sedi dell’ospedale della Santa Sede sulla salita del Gianicolo e davanti al grande poliambulatorio in via di San Paolo, nell’omonimo quartiere romano. “Lo Stato finanzia e l’ospedale del Vaticano toglie: 3 milioni 700mila euro l’anno ai lavoratori”, è lo slogan ricorrente, seguito da quello in cui si precisa che è una legge italiana, la numero 187 del 1995 a regolare i rapporti tra Italia e Santa Sede per quanto attiene alle prestazioni sanitarie. Ovvero alle stesse prestazioni, ai sensi dell’articolo 11 della normativa in oggetto, “il  Ministero  dell’Economia provvede  all’assegnazione direttamente  all’ospedale  Bambino  Gesù”, sulla base della contabilità delle prestazioni rese, inviata ogni trimestre al ministero della Salute.  Più fitto il mistero sulle modalità di erogazione: leggendo il testo varrebbero le disposizioni previste dall’articolo 8 commi 5 e 6 del decreto legislativo 502 del 1992 che, in realtà risultano abrogate, con incomprensibili quanto introvabili rimandi a una nuova normativa. L’elemento più interessante, che desta grande attenzione, emerge dal comma 3 della disposizione: “il ministero dell’Economia è autorizzato a erogare in quote trimestrali a titolo di acconto, il 90% di quanto corrisposto nell’anno precedente”, indipendentemente dal numero di prestazioni effettuate. Una grande boccata d’ossigeno per l’ospedale pediatrico del Vaticano che, nonostante il considerevole afflusso di risorse, ha condotto per ben cinque anni le trattative per il rinnovo contrattuale, arrivando poi a un accordo che non mette certo pace tra i lavoratori. Per questo, il 12 giugno la Cisl Funzione pubblica annuncia la mobilitazione, con un presidio dei lavoratori all’ingresso della struttura, in Passeggiata del Gianicolo dalle 9 di mattina.  “Spiegheremo a tutti le inoppugnabili motivazioni della nostra lotta – tuonano nel comunicato – e grideremo tutta la nostra rabbia per un’ingiustizia che non accettiamo e non accetteremo”. E annunciano di non arretrare, proseguendo la lotta fin quando non sarà garantito il diritto al contratto giusto e tempestivo.

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