Contratto sanità, salta il banco. Quando la strada sembrava in discesa tutto si è bloccato per la mancata firma di Cgil, Uil e Nursing up, il sindacato autonomo degli infermieri. Ed è scontro frontale con le altre sigle, le favorevoli Cisl, Fials e Nursind, l’altro sindacato infermieristico, il cui segretario nazionale Andrea Bottego attacca la mancata sottoscrizione parlando di “protagonismo di qualcuno” per il quale “a farne le spese saranno molti lavoratori”. Ed è subito botta e risposta, con Antonio De Palma del Nursing up che, in un duro comunicato ribatte di “non accettare compromessi al ribasso tradendo i lavoratori”. Motivo del contendere, in primis, le condizioni economiche che prevedono aumenti lordi medi di 172 euro che, secondo De Palma si tradurrebbero realmente “in soli 60 euro senza alcuna valorizzazione o possibilità di carriera per ostetriche, infermieri e altri professionisti sanitari”. Ulteriore motivo di frizione, l’introduzione dell’assistente infermiere – prevista dal 2022 e riproposta dall’Aran (agenzia negoziale) – che De Palma nel mese di settembre 2024 definì “una figura ibrida che potrebbe indurre effetti pericolosi di scadimento della qualità assistenziale”. L’accordo contrattuale, che riguarda il triennio 2022-2024 e coinvolge oltre 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico, secondo Cisl e Fials, al di là degli aspetti economici, rappresenterebbe un passo avanti per quanto attiene alla sicurezza sul lavoro per chi lavora in prima linea – pensiamo alle continue aggressioni in pronto soccorso, nei reparti e sulle ambulanze del 118 – e garantirebbe ulteriori benefit relativi alla organizzazione del lavoro e la tutela dei dipendenti in età avanzata. E ora, slittano anche gli accordi per la tornata contrattuale 2025 – 2027, non certo una buona notizia per le migliaia di lavoratori in attesa di migliorare la propria posizione. Amarezza è stata espressa dal presidente Aran Antonio Naddeo, che riferisce di aver inserito nella versione finale dell’accordo tutte le richieste che Nursing up aveva divulgato nel duro comunicato diffuso ovvero: la possibilità di avanzamenti di carriera per infermieri con titoli conseguiti prima dell’obbligo di laurea, l’aumento di remunerazione per la pronta reperibilità, regole chiare per i bandi di mobilità con trasferimenti concordati tra amministrazioni e professionisti. Così 1,784 miliardi stanziati per il rinnovo contrattuale attendono, con disappunto di Cisl, Fials, Nursind e i quasi 600 mila lavoratori del comparto e, considerate le imminenti elezioni delle Rsu, rappresentanze sindacali unitarie, che di fatto monopolizzeranno tutte le energie dei sindacati, non si sa se e quando potranno trovare adeguata collocazione. (Nella foto: la sede Aran)

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