Corrado (M5s) ricorda Ferri scomparso per Covid-19
Un’altra vittima del virus in ambito sanitario. E la strage va avanti, in attesa della vaccinazione di tutti gli operatori, operazione iniziata da pochi giorni che, ci si augura, possa andare avanti speditamente in una regione come il Lazio, che al momento si colloca al primo posto in Italia per numero di immunizzazioni. Se l’è portato via a 67 anni il “maledetto Covid”, così commenta la consigliera regionale M5s Valentina Corrado, in un messaggio di cordoglio postato sui social, la morte del direttore del dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 6 Eduardo Ferri. Professionista stimato, lascia un profondo vuoto tra i colleghi e i suoi pazienti. “Ho appreso la notizia della scomparsa del dottor Eduardo Ferri – scrive Corrado – portato via da questo maledetto Covid-19. Una persona ed un professionista stimato, dedito al lavoro, combattivo e sempre in prima linea per la difesa dei diritti e dei servizi per i suoi pazienti”. Lo specialista aveva contratto la malattia a dicembre manifestando dapprima sintomi lievi. Le sue condizioni di salute si sono poi aggravate. Ferri è stato ricoverato all’ospedale dei Castelli (nella foto) e qui, nella notte del 4 gennaio il medico si è spento, nonostante gli sforzi dei sanitari, che si sono spesi fino allo stremo per salvargli la vita. “Ho avuto il piacere di conoscerlo anni fa in occasione di una visita presso il dipartimento che dirigeva – continua Valentina Corrado – e ho toccato con mano la passione per il suo lavoro oltre all’affetto dei pazienti che vedevano in lui e nel servizio di Salute Mentale un punto di riferimento”. Una perdita per la Asl, la dipartita di una persona di immenso valore, come attestato dai numerosi messaggi, tra cui quelli del sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà e i ricordi dei suoi pazienti, con cui aveva instaurato uno speciale rapporto. Pochi giorni fa la malattia si è portata via due infermieri del 118: Alvaro Rossi, 61 anni della postazione romana del San Camillo e Alessandro Mercuri, coetaneo e collega della postazione di Ardea. Anche in questo caso, numerose le espressioni di cordoglio e la denuncia dei rappresentanti del sindacato infermieristico Nursind, che hanno stigmatizzato le troppe vittime della epidemia tra gli infermieri, sottoposti spesso a condizioni di lavoro stressanti che alimentano il senso di insicurezza.